Calcio

Ghirelli: "Società in sofferenza, servono risorse"

04.02.2021 10:21

Il presidente della Lega Pro Francesco Ghirelli è stato intervistato in esclusiva da TMW per fare il punto all'indomani del primo Comitato Esecutivo del suo secondo mandato alla guida della terza serie nazionale.

Presidente, iniziamo dall’appuntamento di ieri. Come sono andati il Comitato Esecutivo e il Consiglio Direttivo?
“Entrambi sono stati incontri concreti, incentrati sull’idea di lavorare ad un processo di riforma del nostro mondo. Tutto con una dinamica positiva. E ne sono soddisfatto”.

Si è parlato sia del tema del minutaggio dei giovani che dei gironi.
“Abbiamo avviato un lavoro di riflessione su entrambi i temi, che in passato hanno creato fibrillazione e che necessitano di scelte delicate. Sul tema dei gironi, infatti, il lavoro proseguirà anche nella giornata di domani in vista del prossimo campionato. Ci confronteremo sulla possibilità di avere gironi nazionali, orizzontali o locali, facendo un’analisi scientifica su costi e non solo. Con l’’obiettivo di avere un campionato sempre più vivace. Ieri, poi, si è accennato anche al tema della riforma della formula del campionato, un argomento fondamentale per riaccendere un rapporto fra il calcio e giovani. L’esempio in questo senso è la differenza che si registra, in termini di seguito e visibilità, fra una gara della stagione regolare e la medesima durante i playoff. Per questo vi è la necessità, pur avendo le questioni della salute e della pandemia ben al centro dei nostri pensieri, di riflettere sulla chiusura degli stadi. Oramai è un anno che gli impianti sono chiusi e riavviare il rito e la tradizione della partita vista dal vivo non sarà semplice. Servirà attenzione e senso di sicurezza per eliminare la paura che oggi è evidente”.

In questo senso diventano ancor più fondamentali gli aiuti che avete chiesto da tempo al Governo.
“Servono misure chiare e celeri per la liquidità e il sostenimento delle spese sanitarie. Oltre al potenziamento ulteriormente il credito d’imposta. Le società soffrono e sono senza risorse da sponsor e botteghini oramai da tropo tempo”.

La crisi dell’attuale Esecutivo però non vi aiuta
“Serve che venga dato il via libera al decreto ‘Ristori 5’ al più presto. Bisogna che il Governo in carica si assuma le proprie responsabilità per aiutare non solo il calcio ma tutti i settori produttivi in difficoltà. Far passare troppo tempo rischia solo di veder peggiorare le cose. Più passa il tempo e più si aggrava la situazione. Il nuovo Governo poi avrà il tempo di intervenire su eventuali modifiche. Non si può attendere la fine di questa crisi politica per certi versi incomprensibile, per avere il via libera del ‘Ristori 5’”.

Sul fronte economico però arriva un segnale positivo: il 70% dei club ha già pagato tutte le spettanze in termini di stipendi e non solo
“Non è solo un segnale positivo, ma anche in controtendenza con il momento che stiamo vivendo che dimostra come i presidenti delle nostre società stiano rispettando gli impegni presi facendo sacrifici enormi. Nella Serie C di qualche anno fa questa era una cosa impensabile. Sul fronte degli emolumenti, poi, dovremo sederci a parlare con l’AIC per cercare di trovare un accordo perché se verrà conferma la previsione che per i prossimi tre anni non ci sarà ripresa sul fronte dei ricavi bisognerà ragionare, salvaguardando ovviamente i minimi salariali, sulla necessità di abbassare il costo del lavoro”.

In termini di possibili nuove fonti di ricavi il vicepresidente Vulpis ha parlato della possibilità di sospendere il ‘Decreto Dignità’. Che ne pensa?
“Con tutti i problemi che abbiamo davanti questo tema non è all’ordine del giorno. Adesso la priorità va ai decreti per avere le risorse derivanti dal ‘Ristoro 5’ per lenire le difficoltà delle società”.

Fra le società che nell’ultimo periodo hanno affrontato pesanti difficoltà particolare attenzione spetta al Livorno. Club che si è rimesso in carreggiata grazie ad Aldo Spinelli
“Qualcuno tempo fa sorrideva quando dicevo che la situazione si sarebbe risolta solo con il ritorno in campo di Spinelli e invece questa si è rivelata la strada giusta. Il Paese è in una situazione di grande difficoltà e Spinelli era l’unico che poteva intervenite per rimettere a galla il Livorno. Va dato merito anche, con grande sincerità, al lavoro e all’azione il sindaco Salvetti perché ha consentito, con il suo impegno, un’azione incisiva da parte dell’amministrazione comunale. Adesso stanno lavorando per salvare la stagione: la situazione non è facile ma mi auguro che ce la facciano. Sarebbe una perdita per tutto il calcio se dovesse sparire una piazza carica di tradizione come quella di Livorno”.

Chi invece è tornato sul palcoscenico della Serie C è Joe Tacopina. Dopo aver risollevato le sorti di club storici come Roma, Bologna e Venezia ha scelto Catania.
”E’ un segnale di grande valore perché in genere non è facile convincere un imprenditore ad investire da Roma in giù. Il fatto che un manager di questo livello, che ha lavorato sia al nord che nel centro Italia, abbia deciso di approdare al Catania è un segnale che va oltre lo stesso calcio, che apre un orizzonte all’apparato produttivo del sud. Si tratta di una novità che fa bene a tutto il mezzogiorno. Credo che servano novità di questo tenore. E’ senza dubbio una bella sfida e un’iniezione di fiducia per tutti. Sono contento che sia arrivato in una società che può sperare in un futuro solido”.

Capitolo diritti tv e visibilità della Lega Pro. Eleven Sports si è ripresa dopo un momento di forte difficoltà, mentre Sky rappresenta la novità di fine 2020. Binari paralleli anche per il prossimo quadriennio della sua gestione?
“Di fronte all’attacco subito da Eleven Sports nei mesi scorsi, che ha messo a serio rischio la credibilità del nostro movimento verso i tifosi e gli utenti abbiamo reagito con quello che definisco un vero e proprio colpo di reni. Ci siamo mossi con una strategia ben precisa, volta a diversificare costi e prodotti che permettesse ai tifosi di mantenere la propria passione viva in un momento nel quale gli stadi erano chiusi. Questo ci ha anche permesso di capire come reperire risorse in vista del prossimo campionato. Eleven Sports è tornata a funzionare e ha recuperato abbonati, la RAI permette la diffusione del nostro prodotto a tutti coloro che non possono acquistare le partite, le tv locali mantengono forte il legame con il bacino territoriale del tifo e la partnership con CusanoTv di Stefano Bandecchi, presidente illuminato della Ternana, ci ha dato poi la possibilità di trasmettere a livello nazionale le partite di un club come quello umbro, con punte di un milione di spettatori. Poi Sky, piattaforma con la quale feci un primo tentativo nel 2011 appena arrivato in Lega come direttore generale, e che oggi ha scelto la Serie C a riprova della crescita del nostro movimento. Infine, l’accordo che entrerà in vigore il 21 febbraio prossimo per la trasmissione in streaming a livello mondiale delle gare del nostro campionato per le terze e quarte generazioni di emigrati italiani che avranno così modo di riaccendere la passione e dare, anche nuova linfa al movimento sul fronte del merchandising”.

Il VAR in Serie C è una fantasia o una possibilità?
“E’ semplicemente un problema di risorse avendo 60 società all’interno del nostro campionato e per questo non ci possiamo permettere di affrontare questo discorso oggi. Se mi potessi slegare dal momento attuale vi direi che lo attiveremmo domani, ma non voglio regalare illusioni a nessuno. La Serie C è una palestra non solo per i giovani calciatori ma anche per la formazione dei direttori di gara. Avere già nel nostro campionato uno strumento come il VAR permetterebbe sicuramente una accelerazione in tale processo di crescita che andrebbe a favore delle categorie superiori che, volendo, potrebbero e dovrebbero valutare un intervento di sistema proprio per affrontare il tema dei costi”.

Ultima domanda: nella Serie C del prossimo quadriennio troveranno sempre più spazio le seconde squadre o le multiproprietà fra club di categorie diverse?
“Il mio pensiero è sempre stato chiaro in merito. L’esempio della Juventus, che con la sua formazione Under23 ha prodotto benefici sia in termini di crescita dei giocatori che di patrimonio, è da tener presente per tutte le formazioni di Serie A che invito a prendere in esame questa possibilità. Le multiproprietà rimangono un discorso sul tavolo perché bisogna normarle. In passato abbiamo posto questo tema molte volte e lo rifaremo. Servono norme precise perché dopo la vicenda Salernitana si è lasciato il tema in secondo piano e oggi è questa una discussione comune che dobbiamo riprendere in mano”.

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