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Visita guidata a Brindisi sulle tracce della comunità ebraica

07.01.2020 17:32

Proseguono gli appuntamenti alla scoperta della città e dei suoi segreti con un programma di visite guidate e performative promosso dalla Regione Puglia con la partecipazione del Comune di Brindisi e il coordinamento della Fondazione Nuovo Teatro Verdi, nell’obiettivo di potenziare l’attività e i servizi degli Infopoint regionali. Le visite pongono il focus sulla storia della città, dei suoi simboli, delle sue influenze culturali, con la cornice di performance artistiche che vedono protagonisti gli interpreti del territorio. La partecipazione è gratuita, con prenotazione al T. 0831 229 784 oppure 342 1013 149.

Prossima visita mercoledì 8 gennaio, alle ore 16.30, con partenza da piazza Duomo sulle tracce della comunità ebraica a Brindisi, un percorso che si snoderà tra il museo archeologico regionale «Francesco Ribezzo», nel quale sono conservate tre iscrizioni ebraiche, e la lama giudaica (via Annunziata), per raccontare una storia di angoli nascosti e monumenti della città che rivelano origini dimenticate. Il tour guidato si concluderà a Palazzo Granafei-Nervegna dove una performance musicale introdurrà i partecipanti in un’atmosfera più intima e magica: il Maestro fisarmonicista Fabio Zurlo eseguirà alcuni brani della tradizione musicale ebraica, in particolare della tradizione aschenazita (la cosiddetta musica Klezmer), tra i quali «Khassidische nigun», «On sabbath day», «Sirba», «A nakht in Gan Eydn» e «Tango di Auschwitz», che racconta gli orrori del (purtroppo) famoso campo di sterminio. Infine, un brano inedito, ballata a ritmo incerto, scritto dal clarinettista Vincenzo Grasso e contenuto nel primo album del progetto musicale «Shanah Tovah» di cui Zurlo fa parte, e «Hava Nagila», la danza ebraica più conosciuta al mondo tipica dei matrimoni in cui gli invitati ballano in cerchio attorno agli sposi seduti sulle sedie.

Nella cultura ebraica la musica costituisce infatti una forma di espressione importantissima fin dalle origini. Capoluoghi e piccole, talvolta piccolissime, località sono stati “plasmati” dalla presenza di comunità ebraiche: centri storici, monumenti, strade, quartieri tramandano nel nome o nelle forme l’impronta, il ricordo, le testimonianze della vitalità di comunità che gestivano commerci, lavoravano, pregavano ed erano il punto di riferimento per chiunque volesse imbarcarsi o transitare verso Israele.

 

Foto allegata: Giovanni Membola

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