Basket

Un caffè con Simone Silvestro: 'L'Happy Casa gioca un basket moderno e veloce, un progetto destinato a crescere'

“Siamo appena a un terzo di stagione, ma fino a questo momento la squadra è ben oltre le aspettative"

04.12.2019 00:10

Per fare il punto sulla stagione dell'Happy Casa Brindisi, abbiamo fatto un'interessante chiacchierata con il nostro Simone Silvestro, giovane, appasionato e preparato corrispondente di basket di Brindisimagazine.it. 

Ciao Simone, oggi prenderemo un caffè insieme, parlando di basket...iniziamo?

Prontissimo, come sempre!

Ti aspettavi un campionato di questo livello della Happy Casa?
“Siamo appena a un terzo di stagione, ma fino a questo momento la squadra è ben oltre le aspettative non solo mie ma un po’ di tutta la piazza. Ero abbastanza sicuro del fatto che la zona calda a rischio retrocessione non ci avrebbe riguardato a lungo, sia per il livello del roster sia per la continuità rispetto all’ottimo anno passato, ma sicuramente non mi aspettavo il secondo posto e una qualificazione in coppa Italia già molto vicina dopo 11 partite. Confermare coach Vitucci, Banks e Brown significava ripartire già dalla spina dorsale della scorsa stagione, ma in più c’era la variabile coppa europea che avrebbe portato 14 partite (minimo) in più, e per roster non molto lunghi come il nostro rappresenta sempre un rischio. Fino ad ora però la stagione è da 8 pieno.” 

Un tuo parere sull’esperienza europea del sodalizio biancazzurro.
“Siamo in un girone molto equilibrato, non esistono partite facili né impossibili, anche Saragozza che doveva essere lo spauracchio principale sta dimostrando invece di doversi sudare ogni vittoria, e infatti ad oggi ci sono tutte e 8 le squadre raccolte in 3 punti! Sarà una volata fino all’ultima partita, alla quale Brindisi è invitata. Conta parecchio il fattore campo, più che in campionato: Brindisi ha vinto le 3 partite in casa e perso le 3 fuori, e tante altre squadre stanno avendo lo stesso record. A volte si vede un po’ di minore intensità in campo nelle partite di coppa, segno che la priorità della squadra continua (giustamente) ad essere il campionato, ma ci stiamo sicuramente facendo rispettare e ad oggi nessuna squadra ha ‘passeggiato’ su Brindisi. Se si andrà avanti il livello tecnico si alzerà notevolmente e fare strada sembra onestamente complicato, ma mai dire mai…”

Come descriveresti questa squadra?
“Se devo definirla con un aggettivo direi moderna. Come la tendenza del basket di oggi, è una squadra che punta molto ad attaccare velocemente e sfruttare i contropiedi. Come lo scorso anno gioca con un centro atipico (John Brown), che non staziona in area e spesso è più pericoloso fronte a canestro che spalle; quasi ogni giocatore è in grado di coprire più ruoli soprattutto in attacco. Siamo un po’ leggeri sotto canestro, difetto a cui però oggi, proprio per i motivi che abbiamo detto, si può sopperire in parte con la mobilità, anche se i rimbalzi restano il nostro tallone d’Achille. Considerando che il budget non è certo fra i più ricchi del campionato, è il miglior modo per costruire una squadra equilibrata.”

Quale ritieni sia stata la gara più entusiasmante?
“Come altalena di stati d’animo la prima europea casalinga contro Bonn è stata incredibile: una partita persa, poi vinta, poi ripersa e poi vinta di nuovo sulla sirena! Quella che però ci ricorderemo più a lungo è senz’altro la vittoria a Milano: il Forum è un tempio, vincere lì per una squadra come la nostra è un po’ come vincere a San Siro per una piccola squadra di calcio; neanche in vantaggio di 16 punti si aveva coscienza di quel che stava succedendo, culminato infatti con le preghiere negli istanti finali mentre Sergio Rodriguez stava per rovinare la festa come solo i fenomeni sanno fare! Invece nulla, ci ha pensato Banks: era il nostro giorno!”

Credi che il popolo brindisino stia comprendendo fino in fondo lo straordinario lavoro che sta facendo il sodalizio del Presidente Nando Marino?
“Lo sta comprendendo senz’altro. Parliamo di una società che negli ultimi anni è cresciuta, si è ingrandita e si è completata con ogni tipo di figura professionale. Dall’anno scorso poi, oltre ad abbonarsi, i tifosi hanno anche la possibilità di diventare ‘azionisti’ della squadra sottoscrivendo le quote member. E’ un modo concreto per dare una mano ed essere coinvolti al 100% dal progetto che si sta espandendo anche oltre la provincia di Brindisi. Il prossimo passo sarà il nuovo palazzetto, che ci può consolidare come realtà soprattutto al livello nazionale”.

Lo scorso anno, dopo un tuo servizio su brindisimagazine.it, ricevesti dei complimenti speciali...
“E’ vero, avevo scritto un articolo che ripercorreva la straordinaria stagione di Moraschini, il maggior protagonista (in campo) dell’ultimo campionato. Riccardo (Moraschini) ha letto l’articolo e mi ha ringraziato personalmente per le belle parole spese. Mi ha fatto un piacere enorme perché è stato tutto molto spontaneo, sia da parte mia che da parte sua; se non avesse lasciato un segno così importante non mi sarebbe venuto in mente niente del genere. Ne vado molto orgoglioso.”

Dove credi possa arrivare questo Brindisi?
“In Champions League l’accesso agli ottavi di finale è un obiettivo concreto, poi nella fase a eliminazione diretta dipenderà molto dagli incroci del tabellone e da come si evolverà la stagione.  In campionato diventa onestamente difficile continuare a parlare solo di salvezza: siamo in grado di raggiungere i playoff, ma non sarà facile come può sembrare in questo momento. Il doppio impegno ci porterà sicuramente a rallentare in qualche fase della stagione e a perdere qualche punto, mentre risaliranno in classifica squadre più attrezzate partite male per caso o a causa di una diversa preparazione atletica, come i campioni d’Italia di Venezia. La Coppa Italia è a un passo, e se ci saremo anche quest’anno affrontarci sarà difficile per chiunque.”

Commenti

Mercato: Porte girevoli Fidelis Andria, ecco arrivi e partenze
Coppa Italia D, iniziano oggi i quarti di finale