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Carcere di Brindisi, ecco il primo caso di COVID 19

07.04.2020 13:03

Quello che il SAPPE, sindacato autonomo polizia penitenziaria, sta denunciando tra l’indifferenza  della Regione, dell’ASL della protezione civile  è accaduto ancora, e purtroppo  accadrà in futuro se non ci saranno interventi urgenti;  parliamo  dell’ingresso del COVID 19 nelle carceri pugliesi.

Infatti ci viene riferito che  un  detenuto ristretto nel carcere di Brindisi, Italiano di circa 35 anni  definitivo, peraltro affetto da altre patologie, domenica 5 Aprile u.s.  si sarebbe  sentito male  ed accompagnato presso il locale ospedale, dove in data di ieri  6 aprile, gli sarebbe stata  diagnosticata l’infezione da COVID19.

Sembrerebbe che allo stesso sarebbe stato fatto un tampone  il 27 marzo  con esito negativo, anche se  si nutrirebbero da parte degli operatori,  molti dubbi sull’esistenza  di questo risultato.

Abbiamo poi notizia che questa mattina l’ASL starebbe provvedendo  ad effettuare dei tamponi   solo su una parte dei detenuti, mentre la restante popolazione compresi tutti  i poliziotti  e chi frequenta il carcere che potrebbero essere stati i vettori  dell’infezioni, NULLA.

Anzi ai poliziotti che sarebbero stati a stretto contatto con il detenuto  nella giornata di domenica per aiutarlo a superare una crisi epilettica, sarebbe stato ordinata la quarantena, senza provvedere al tampone che dovrebbero richiederlo in un periodo successivo .

Ma che razza di comportamento è questo che, fa il paio con quanto accaduto ai poliziotti di Lecce e Bari a cui non si è pensato per nulla, lasciando loro e le loro famiglie nel dubbio e nella paura di essere infetti, per giorni e giorni.

Che il poliziotto penitenziario debba essere considerato “lavoratore essenziale” nessuno lo mette in dubbio, ma che lo si mandi in guerra senza i minimi  presidi idonei a garantire  a lui, alla famiglia ed ai detenuti una sicurezza sanitaria, è CRIMINALE.

Il SAPPE  da settimane sta chiedendo  all’amministrazione penitenziaria ed alle autorità sanitarie  pugliesi di prendere urgenti provvedimenti  per evitare che,  il contagio si diffonda  nei penitenziari con conseguenze drammatiche, INUTILMENTE.

Purtroppo dobbiamo registrare che le forti preoccupazioni di questa O.S. oltrechè non interessare il presidente della regione, le ASL, i sindaci delle città in cui sono ubicate le carceri, non hanno interessato nemmeno alcuni importanti mass media  regionali  che,  hanno preferito forse su sollecitazione  di qualcuno, a tenere bassa se non annullarla completamente l’attenzione su una problematica, per cui anche le più alte cariche dello Stato a partire dal presidente della repubblica,  nonché dal Papa hanno espresso molta preoccupazione.

Il SAPPE ritiene che ora  più che mai, non ci sia più un minuto da perdere per  attivare tutti quei presidi necessari, per assicurare un cordone di sicurezza sanitaria attorno alle carceri pugliesi.

Fino a ieri per i responsabili sanitari  della regione  il problema delle carceri non era tra le loro  priorità , anche perché  il buon Dio  aveva tenuto lontano il virus, ora invece il problema  si propone in tutta la sua drammaticità, e continuare  ad abbandonare  le carceri a se stesse,  potrebbe determinare situazioni molto pericolose.

Il SAPPE ritiene che la situazione si possa recuperare, ma per far ciò bisogna impegnarsi mettendo in campo tutte le iniziative ritenute necessarie a partire dalla dotazione a tutti  gli operatori penitenziari di DPI adeguati, nonché test di massa per tutti .

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