Basket

Happy Casa, la crisi suggerisce che è tempo di decisioni.

27.12.2021 14:17

DENTRO LA CRISI

 

Era da tempo che l’Happy Casa Brindisi non passava un momento così difficile. Con la sconfitta casalinga contro Pesaro il ruolino di marcia dell’ultimo mese e mezzo parla di 5 sconfitte nelle ultime 6 partite (e il bilancio peggiora se si considera la coppa europea con 7 su 8), ed escluse quelle contro Milano e Virtus Bologna, almeno un paio di queste sconfitte erano evitabili.

Un obiettivo come la Final Eight che sembrava ormai una pura formalità è tornato di colpo ad essere tutto da riconquistare, dato che servirà almeno un’altra vittoria nelle ultime due giornate del girone d’andata, che a seconda di come si evolverà la classifica potrebbero diventare due.

COSA MANCA 

Non ha senso però rimuginare sui punti persi per strada, mentre ha senso cercare di capire di cosa avrebbe bisogno questa squadra per ritrovare innanzitutto la fiducia smarrita, quella che le fa tremare le gambe nei finali punto a punto, ma anche per colmare delle lacune tecniche che in avvio di stagione non è che non ci fossero, ma sono state per lo più oscurate dall’ottima vena realizzativa da oltre l’arco che ha portato un filotto di vittorie che ci proiettano ancora, nonostante tutto, nella parte sinistra della classifica.

Se però all’inizio si poteva parlare di scarsa condizione fisica o convalescenze post infortuni, arrivati a fine anno il dado è tratto, e non ha senso negare che Brindisi debba fare i conti con più di una situazione delicata di chi non sta rendendo come atteso ad Agosto.

D’altronde il Presidente Nando Marino ha confermato ai microfoni di Radio Ciccio Riccio che Brindisi è vigile sul mercato, ma che vuole scegliere solo un giocatore che possa realmente dare una svolta a questa squadra.

La dichiarazione lascia spazio a più di un interpretazione, dal momento che i giocatori in discussione sono almeno due, per qualcuno tre, per qualcun altro addirittura quattro.

CHI RISCHIA

Il più lampante è sicuramente Myles Carter, che da quando è arrivato non è mai realmente sembrato un giocatore di pallacanestro. Rientrava da un infortunio, ma ciò non basta a spiegare un simile rendimento, non avendo dato un contributo positivo in praticamente nessuna partita, e mostrando sfiducia anche nel linguaggio del corpo.
Non entrato neanche un minuto contro Pesaro in una partita in cui mancava un lungo titolare, è una scommessa da considerare ormai persa.

Il secondo è Wes Clark, il cavallo di ritorno scelto per fare la guardia titolare, un’altra scommessa. Anche lui rientrante da un infortunio, ha forzato un po’ il rientro a causa delle defezioni di Chappell e Redivo, ma ora il tempo di “convalescenza” non sembra reggere più per giustificare lo scarso impatto della combo guardia nativa di Detroit.
Eccezion fatta per la partita contro la Virtus Bologna, non ha finora mai saputo rappresentare un reale punto di riferimento offensivo, segnando solo pochi canestri estemporanei e apparendo raramente davvero nel vivo delle partite.
L’ultima esclusione di Vitucci contro Pesaro dopo un paio di “sciocchezze” nei soli 3 minuti in campo, lasciano pensare che sia l’esterno più a rischio di tutti.

Ci sarebbero poi anche altri due nomi chiacchierati nelle ultime settimane, il primo per il rendimento (Josh Perkins), il secondo semplicemente perché, al momento, non si ha la conferma ufficiale che farà parte del roster brindisino fino a fine stagione (Lucio Redivo).

Sul secondo la conferma dovrebbe essere solo una formalità, dato che l’argentino ha già dato prova (con annesso infortunio) di grande personalità e furore agonistico, oltre che una grande capacità di segnare punti, tutte caratteristiche di cui questa squadra ha tremendamente bisogno.

Il primo è stato invece difeso e confermato proprio dal Presidente Nando Marino, che ha fatto capire che il playmaker titolare non è in discussione.
La sensazione che dà Josh Perkins è di poter fare davvero molto di più di quanto mostrato, se pur sia ormai abbastanza chiaro non essere un puro realizzatore. Il talento però c’è, i mezzi tecnici e fisici sono importanti, e con una guardia con punti nelle mani al suo fianco potrà dedicarsi a far quello che sa fare meglio senza dover rimpiangere i suoi pochi punti a referto.

CHI ARRIVA?

Se l’intervento sul mercato, come pare, sarà solo uno, che tipo di giocatore scegliere allora? Un esterno realizzatore, o un lungo con caratteristiche difensive?

Dal momento che il gioco di Vitucci si sviluppa soprattutto per vie perimetrali è facile pensare che ad arrivare sarà una guardia con punti nelle mani, un giocatore capace di creare vantaggi dal palleggio e di essere il “go to guy” che al momento è stato un ruolo passato da un protagonista all’altro come si fa con una patata bollente o, per restare in tema, come una palla che scotta.

Bisogna contestualmente accettare che non sostituire Carter porterà inevitabilmente a continuare a soffrire sotto canestro, soprattutto a rimbalzo e sul pick and roll, dove il povero Nick Perkins è già costretto da tempo a fare gli straordinari, e non gli si può chiedere in difesa la stessa intensità che in attacco ci garantisce quei preziosissimi 18 punti a partita.

Il lato positivo è l’esplosione oltre ogni aspettativa di Mattia Udom, ormai sempre più adattato in posizione di centro, con l’importante capacità di aprire il campo grazie a un rispettabilissimo tiro da 3 punti, che lo sta portando a giocare sempre più minuti.

Si tratta comunque di un reparto sottodimensionato, dove sempre più spesso si vede Chappell giocare addirittura da 4, con Gaspardo ormai utilizzato quasi esclusivamente da 3.

Resta anche da sperare che non sia troppo serio l’infortunio del capitano Alessandro Zanelli, una delle note più positive di questo inizio di stagione.

Il tempo e il modo di raddrizzare un trend negativo c’è, ma c’è bisogno di agire e non sbagliare le prossime mosse, esattamente come le prossime partite. Da qui a un mese si potrà decidere tanto della stagione che entra nel vivo.

Fonte: Blunote

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