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Happy Casa, il personaggio: L'importanza di chiamarsi Gentile

29.01.2022 14:15

A poco più di 24 ore dall’annuncio ufficiale non è smaltita l’euforia per l’arrivo in costa adriatica di Alessandro Gentile, giocatore dal talento indiscusso, ma fin troppo spesso sotto la lente d’ingrandimento per quella che è stata la sua carriera finora. Qualche particolare biografico ci aiuterà a capire perché.

L’IMPORTANZA DI CHIAMARSI GENTILE

Dovendo convivere con un nome piuttosto pesante, figlio di Nando Gentile (due scudetti, un’Eurolega e oltre 130 gettoni in nazionale) e proveniente da una famiglia di quasi soli giocatori di basket, le aspettative avute addosso sono sempre state enormi, ben di più di quanto mediamente un giovane giocatore sia abituato a sopportare.

Eppure in giovanissima età i risultati non sono mancati: vince con la Benetton Treviso lo scudetto under 19 da protagonista, due scudetti con l’Olimpia (con annesso riconoscimento di MVP delle finali a 21 anni nel 2014), Coppa e Supercoppa nazionale e viene scelto alla chiamata numero 53 del Draft NBA 2014 da parte di Minnesota, che ne cede i diritti agli Houston Rockets. Il passaggio in NBA però non si concretizzò mai, e forse questa delusione ha pesato tanto sulla sua crescita.

Dal 2016 le casacche cambiate iniziano ad essere tante, sei in cinque stagioni, con risultati altalenanti, ma con numeri alla mano che restano sempre dalla sua parte, nonostante diversi infortuni e qualche intemperanza caratteriale che non ha giovato alla sua fama.

Anche con Varese la stagione era iniziata bene, per poi trasformarsi quasi del tutto, e diventando quindi una squadra completamente diversa da quella a cui si era legato a Luglio, cosa denunciata dallo stesso Gentile nel suo recente post su Instagram.

GENTILE A BRINDISI

C’è più di un motivo che ci spinge a essere ottimisti sull’inserimento in squadra di Alessandro Gentile, sperando che anche il proverbiale “calore” del Sud possa fare la sua parte.

Il primo fra tutti il rapporto con Frank Vitucci: il coach veneziano infatti lo conosce dai tempi delle giovanili a Treviso, ed è proprio lui che lo ha fatto esordire in serie A con la maglia biancoverde nel 2009. E’ già significativo del rapporto di fiducia che si era instaurato fra i due.

E poi con Vitucci a Brindisi c’è anche questa little Treviso, creata proprio dal coach veneto: capitan Zanelli e Raphael Gaspardo sono anche loro prodotti della Benetton, e conoscono Alessandro da quando erano dei ragazzini.

Inserirsi in un ambiente con un blocco di persone con cui si ha già un bel rapporto sono delle ottime premesse, poi ovviamente ci sarà il resto del gruppo con il quale conoscersi e ambientarsi.

CHE GIOCATORE E’ GENTILE

Passando al lato tecnico, bisogna ammettere che Gentile non è proprio, per caratteristiche, il prototipo di giocatore “semplice” da inserire nei meccanismi di una squadra a stagione in corso.

Gentile è un “accentratore”, nel senso che per talento e modo di giocare porta a far passare dalle sue mani almeno i due terzi (o a volte di più) degli attacchi. In altre parole da Gentile ci aspetta non meno di 13-14 tiri a partita, di cui almeno una decina da 2 punti.

A Brindisi il giocatore che tira di più è attualmente Nick Perkins con circa 14 conclusioni a partita, seguito da Nathan Adrian con 10, tutti gli altri non arrivano a 8.

L’inserimento di Ale Gentile porterà sicuramente a una distribuzione diversa delle conclusioni, ma sarà una boccata d’aria soprattutto per il tiro dall’area, dato statistico che spesso ci punisce poiché mancano giocatori in grado di attaccare il ferro in penetrazione (gente alla D’Angelo Harrison per intenderci), e l’unico a segnare regolarmente da 2 è Nick Perkins.

Gentile per prestanza fisica può avere mismatch favorevoli con la maggior parte dei pari ruolo della serie A, essendo in grado sia di creare vantaggi mettendo palla a terra dal perimetro (cosa in cui invece, da ala piccola, ha difficoltà a fare Gaspardo) sia giocando spalle a canestro, creando quindi una seria alternativa sia al sempreverde pick and roll sia soprattutto al gioco in post basso di Nick Perkins, ormai sempre più “ingabbiato” dalle attente difese italiane (anche il neo arrivato De Zeeuw, offensivamente parlando, è tutt’altro tipo di giocatore).

Di questo potranno giovarne i tiratori (compreso il nuovo arrivo De Zeeuw), a cui i rispettivi marcatori potrebbero lasciare più spazio per il tiro da oltre l’arco poiché “costretti” in diverse occasioni ad aiutare i compagni a limitare il gioco interno di Gentile, esattamente come avviene col solo Nick Perkins.

Potrebbe giovarne anche Josh Perkins, a cui spesso è stato imputato di prendere pochi tiri, che forse sarà contento di poter lasciare questa incombenza al compagno.

Stona un po’ considerando il valore del giocatore le percentuali da 3 punti (più o meno stabilmente sotto il 30% in carriera) e soprattutto quella ai tiri liberi, che negli ultimi anni di carriera è drasticamente calata, non aiutata da una personale meccanica molto particolare. In ogni caso prende mediamente appena due tiri da 3 a partita.

E poi Gentile potrebbe affermarsi finalmente come il “go-to-guy” tanto cercato in questi primi mesi, il giocatore a cui dare il pallone quando scotta di più, certi del fatto che qualsiasi cosa faccia creerà problemi all’avversario che dovrà limitarlo.

SOVRANNUMERO

Un potenziale problema, paradossalmente, oggi potrebbe essere proprio la sovrabbondanza. Il reparto degli esterni, se si considerano anche gli infortunati Zanelli e Wes Clark conterebbe oggi ben 5 esterni, 8 se si considerano anche Chappell, Gentile e Gaspardo (ormai impiegato quasi esclusivamente da ala piccola) come esterni “non puri”.

Considerando che, esclusa la Final Eight, ci sarà una sola competizione da giocare la gestione dei minuti per coach Vitucci potrebbe essere non semplice.

A perdere minutaggio potrebbe essere proprio Visconti (e in parte Chappell e Gaspardo), che ha però consolidato la sua posizione rifiutando di andare a Varese per giocarsi le sue carte anche in un reparto “sovraffollato” come questo.

Le alternative tecniche e tattiche saranno tante. Starà alla saggezza di coach Vitucci far sì che Gentile, proprio a Brindisi, possa ritrovare la sua isola felice.

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