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Aprivano, rubavano e distruggevano la posta: in manette 6 postini

03.11.2011 13:23

BRINDISI - Giovanni Peluso, Giuseppe Macchia, Daniela Santoro, Francesco Meuli, brindisini, Guido Cirillo e Giuseppe Miccoli di Sandonaci. Hanno tra i 62 e i 47 anni. Sono ritenuti responsabili peculato continuato e aggravato commesso da incaricato di pubblico servizio e violazione, sottrazione e soppressione di corrispondenza, continuata e aggravata commessa da persona addetta al servizio postale. In parole povere aprivano la posta di ignari cittadini, ne controllavano il contenuto e se lo ritenevano consono alle proprie aspettatve se ne impadronivano. Tutto questo avveniva nel

centro di smistamento della corrispondenza di Brindisi, nei pressi della stazione. I fatti accertati fanno riferimento al periodo da maggio a giugno 2011, arco di tempo durante il quale sono state attivate le microcamere per documentare quanto accadeva negli uffici in una situazione definita dal

procuratore di degrado. Facile cioè ipotizzare connivenza da parte di altri dipendenti alcuni dei quali sono al momento indagati. La puzza di bruciato era stata avvertita dal direttore del centro che aveva notato alcune buste di corrispondenza strappate nel cestino dei rifiuti, contrariamente a quanto normalmente prevede il protocollo di poste italiane in caso di buste danneggiate. Accadeva, come documentano in maniera inequivocabile le immagini, che i dipendenti aprissero le buste o i pacchi, ispezionassero il contenuto. Se era di loro gradimento se ne impossessavano altrimenti ne gettavano il contenuto. Si parla di riviste, gadget, ma all’occorrenza anche di oggetti di valore visto che dalle perquisizioni di questa mattina è stato ritrovato nella disponibilità di Francesco Meuli un cellulare ancora sigillato evidentemente spedito. Per quest’ultimo e per Giuseppe Miccoli si sono aperte le porte del carcere mentre per gli altri quattro è stato applicato il regime dei domiciliari. Una storia che non solo mette in evidenza la totale mancanza di professionalità ma anche la sfacciata mancanza di coscienza con la quale ci si approcciava al posto di lavoro. Certo sarebbe giusto, a questo punto, che l’ente poste provvedesse al licenziamento immediato dei sei colti con le mani in pasta. L’operazione è stata condotta dalla sezione di Brindisi del compartimento di polizia postale in stretta sinergia con la Procura.

 

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