
E’ entrata in vigore, con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, avvenuta il 14 Agosto, la nuova normativa sulla prescrizione dei farmaci nell’ambito del decreto sulla spending review. Con tali disposizioni si introduce l’obbligo per il medico di indicare in ricetta il principio attivo di un farmaco e non la denominazione commerciale. Un provvedimento che almeno secondo le intenzioni del legislatore dovrebbe portare a risparmi di spesa per il SS.N. e per i consumatori oltre che una maggiore concorrenza tra i produttori finora venuta meno per la dominanza dei grandi gruppi farmaceutici forti del potere economico, informativo e pubblicitario. Ma sarà davvero un vantaggio per i consumatori? Iniziamo con il dire che tale obbligo sussiste per i nuovi trattamenti e non per i pazienti già in cura e che comunque un consumatore può optare, in presenza della prescrizione del principio attivo, per il farmaco più noto pagando ovviamente la differenza di prezzo. Sul fronte sempre della spesa abbiamo verificato una differenza di prezzo che oscilla intorno al 15%. L’auspicio è che si intervenga sul prezzo dei medicinali, non giustifichiamo, infatti, differenze anche sostanziali rispetto ad altri
paesi europei.
L’ADOC auspica non solo una diminuzione dei prezzi ma anche e soprattutto un monitoraggio per far sì che sui principi attivi non si spostino gli interessi di chi in tutti questi anni ha condizionato il “mercato della salute” nel nostro Paese con possibili aumenti dei farmaci generici. Altro capitolo quello riguardante le confezioni il cui contenuto il più delle volte porta ad uno sperpero di denaro e di prodotto con conseguenze anche dal punto di vista ambientale relativamente allo smaltimento. Sempre le confezioni sono alla base delle scelte dei consumatori in quanto sulla base del colore e della forma riescono a gestire meglio la terapia diviene quindi difficile proporre un generico di diversa produzione tra le centinaia disponibili. Va bene quindi offrire nuove opportunità l’importante è che a pagare non siano solo i cittadini in questo caso anche dal punto di vista della salute. Intanto abbiamo monitorato a pochi giorni dalla novità introdotta dal Governo quanto sta avvenendo nelle farmacie del territorio. Il dato essenziale è che i medici stanno usufruendo del
periodo di adeguamento concessogli per mettersi in regola con le prescrizioni in attesa quindi dell’aggiornamento dei sistemi informatici. Un lavoro, quello relativo alle prescrizioni, che potrebbe essere svolto manualmente ma che diviene complicato quando ad essere prescritto è un farmaco che contiene più principi attivi.
Siamo, quindi, in una fase di rodaggio ma il tema è talmente importante che necessità di un monitoraggio costante.
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