
Cassa integrazione, è allarme per il 2013: «i fondi non bastano»
LECCE - Si naviga a vista. Nell’anno della crisi, il 2012, si è raschiato il fondo del barile per trovare le coperture finanziarie per gli ammortizzatori sociali; nel 2013 quel fondo basterà appena per i primi quattro mesi, poi chissà. L’allarme, già nell’aria nelle scorse settimane, è stato confermato ieri dal segretario regionale della Cgil, Giovanni Forte, nel corso della tradizionale conferenza stampa di inizio anno. Un appuntamento quanto mai difficile, perché accanto ai pur confortanti dati su una parte dell’economia pugliese, ci sono quelli relativi al mondo del lavoro, e in particolare a quella fetta di lavoratori il cui futuro è appeso a un filo.
«È una Puglia a due velocità», osserva Forte. «Una parte che riesce a internazionalizzarsi, produrre ed essere competitiva, e una parte che arranca. La percezione avvertita maggiormente dalla gente è per la situazione più difficile, perché non si crea nuova occupazione, i giovani non riescono a trovare lavoro e ci sono problemi di reddito per le famiglie». C’è poi chi il lavoro lo perde, vale a dire «tutta la partita degli ammortizzatori sociali che rischia di diventare esplosiva: nel 2013 abbiamo una copertura di massimo quattro mesi, e le risorse mancheranno a partire da maggio».
Rischia dunque di ripresentarsi la situazione che si è creata alla fine dello scorso anno, quando proprio in extremis il ministero del Lavoro e la Regione Puglia avevano trovato il modo per racimolare altri 110 milioni di euro per coprire il fabbisogno per la cassa integrazione in deroga per il 2012. Proprio l’intervento della Regione, secondo Forte, è stato fondamentale quantomeno per tamponare l’emergenza: «Se non avessimo avuto la Regione in campo, la Puglia avrebbe vissuto una situazione molto più difficile rispetto a quella che vive attualmente. Il fatto che la Puglia stia meglio rispetto ad altre regioni del Mezzogiorno, che sono ormai devastate dalla crisi nel sistema produttivo e sociale - spiega ancora il segretario regionale Cgil - è dovuto alla Regione, che in alcuni casi si è sostituita al governo nazionale. Se la Puglia ha potuto usufruire di ammortizzatori sociali per 227 milioni di euro (più della Lombardia, a quota 213 milioni), lo si deve in gran parte (per il 60 per cento circa) alla Regione».
«C’è anche qualche limite - osserva ancora Forte - ed è riferito al modello di sviluppo che, come nel caso del piano per l’occupazione, richiedeva una riflessione più approfondita. Mi auguro che nei prossimi mesi a partire dal nuovo governo regionale si riparta dal modello di sviluppo, che non può prescindere dall’industria». Tremano poco più di 50mila lavoratori: tanti, nelle sei province pugliesi, usufruiscono della cassa integrazione in deroga. La quota maggiore è a Taranto, con oltre 14mila lavoratori in bilico. Lavoratori che hanno tirato un sospiro di sollievo nelle scorse settimane e che adesso si trovano a sperare in un nuovo intervento.
È un 2012 dai numeri drammatici quello che si è appena chiuso, dunque. Secondo i dati della Cgil, sono quasi seimila i lavoratori in bilico, nell’ambito delle principali vertenze su cui è intervenuta la task force della Regione. Tra questi, i 781 lavoratori della Teleperformance, il colosso dei call center con sede a Taranto; i 244 della Rossi Spa, azienda del settore metalmeccanico; gli 84 tra Tecnimont e Biomateriali, entrambe operanti nel settore della chimica. Tre esempi, solo per tratteggiare il quadro della situazione. Senza contare, poi, l’incognita che grava sull’Ilva. «Il 2012 - aggiunge il sindacalista - si è chiuso con molte vertenze, e nuove se ne sono aperte in questi primi giorni dell’anno. Situazioni di difficoltà che rivengono da un anno difficile. Le situazioni di crisi che hanno riguardato 5.500 lavoratori sono ancora tutte aperte».
Il futuro è buio, nulla fa pensare a una ripresa vera e propria dell’economia, tantomeno del mercato del lavoro, ma si stanno cominciando a porre le basi per una lenta risalita, attraverso i nuovi contratti di programma o i programmi integrati di agevolazione (Pia), strumenti della programmazione negoziata che hanno l’obiettivo di realizzare specifici piani progettuali, finalizzati all’avvio rapido di nuove iniziative e la creazione di nuova occupazione. A decine ne sono stati avviati in Puglia nel 2012, per centinaia di milioni di euro. Conferma Forte: «Ci sono poi per fortuna anche situazioni interessanti. Circa 64 progetti di nuovi accordi di programma che le imprese pugliesi hanno presentato e 750 milioni di euro di investimenti per ammodernamenti e innovazioni».
FONTE: quotidianodipuglia.it
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