A Brindisi criminalità in crescita. Curto: "sono preoccupato"

28.01.2012 17:12

BRINDISI - “La Relazione del Presidente della Corte di Appello di Lecce in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario 2012, con riferimento al territorio brindisino, evidenza segnali inquietanti in rapporto ai rischi di un ritorno in grande stile della criminalità organizzata “.

Lo dice in una nota l’ex senatore Euprepio Curto, attuale coordinatore provinciale del partito di Gianfranco Fini, per molte Legislature membro della Commissione parlamentare antimafia.

“ I dati riportati nella Relazione – ha dichiarato Curto – sono assolutamente significativi se si considerano i numeri relativi agli attentati consumati che vedono Brind isi ( ben 56 attentati) staccare nettamente Lecce ( solo 8 ). Ma sono ancora più preoccupanti se si considera il numero di omicidi di mafia ( 3 nel brindisino, tanti quanti perpetrati complessivamente nelle altre due province: Lecce e Taranto )”.

“ Se alla situazione brindisina si aggiungono altri due specifici e gravi segnali – ha proseguito l’esponente politico di FLI – quali l’aumento del numero delle estorsioni e la scarsa collaborazione delle vittime, rilevata dal più autorevole esperto di criminalità organizzata che è il dottor Cataldo Motta , il quadro è chiaro e fosco al tempo stesso “.

“ Anche perché – ha evidenziato Curto – incomincia a delinearsi all’orizzonte un nuovo fattore che, se non contrastato in tempo utile, potrebbe diventare devastante per gli equilibri sociali, economici e culturali della nostra provincia: la progressiva acquisizione di consenso sociale da parte della malavita comune o organizzata “.

“ Di fronte a situazioni di gravità estrema , come quelle delineate nella Relazione – ha concluso Curto –, la Politica non può stare con le mani in mano, assistendo passivamente ad una crisi economica ( concausa dell’aumento dei fenomeni criminosi ) rispetto alla quale tutti, nessuno escluso, dovrebbero assumersi la propria quota parte di responsabilità. Al contrario, deve assumersi la responsabilità di scelte lungimiranti e quanto più possibile condivise. Anche se qual cosa, ovviamente, non sta a significare che la ricetta ( politica ) possa risiedere in fantomatici governi di responsabilità, utili solo a consolidare alleanze tra potentati economici”.

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