Calcio

Covid-19, allarme calcio: sistema verso il collasso

Il servizio del Corriere dello Sport che illustra l'emergenza economica che vivono i club

26.10.2020 14:39

Il calcio e lo sport chiedono aiu­ti al Governo in vista del prov­vedimento di legge in mate­ria economica in arrivo e ieri sono state inviate tre lettere: una da Gravina, una da Dal Pino e una dal Comitato 4.0.

Il rischio che chiedono di scongiurare è quello dd collasso del sistema. Nel frat­tempo, però, dal dpcm firmato da Conte il pallone esce rinfrancato almeno per quel che riguarda il regolare svolgimento dei campio­nati, che al momento non sono a rischio. In via Allegri e in via Rosellini la situazione è monitorarta giorno dopo giorno e la curva dei contagi in crescita esponenziale fa paura.

Al tempo stesso, però, il fat­to che il decreto non abbia vieta­to gli spostamenti da una regione all'altra e che non siano stati mes­si in dubbio i tornei professionisti, le coppe europee e le gare delle nazionali (con l'ok del tampone previsto dall'Uefa), è considerato vitale. Soprattutto alla luce di una dichiarazione ad Avvenire del mi­nistro Di Maio che non era affatto piaciuta («Il calcio è una grande industria, ma in questa fase sono altre le priorità. Chiudere la Serie A? Ascolteremo con attenzione le valutazioni del Comitato tecnico scientifico»).

Stipendi ritardati - La Figc non può che ascoltare il grido d'aiu­to dei club a corto di liquidità. La Serie B e la C hanno azzerato gli introiti da botteghino, loro prin­cipale fonte; la Serie A ha i dirit­ti tv, ma non ha più i soldi del ticketing e ha ingaggi dei calciato­ri importanti, pattuiti in era pre Covid. Cosa stanno pensando in via Allegri? A breve Gravina varerà una normativa che, in presenza di un accordo tra le sodetà e i suoi tesserati (con dizione indispensabile), garantisca flessibilità nel pagamento degli emolumenti. Questo per evi­tare i punti di penalizzazione per chi non rispetta le scadenze fissate per corrispondere gli stipen­di. Una norma che farà contenti i proprietari. Resta da capire qua­le sarà la posizione dell'Aic: non trattandosi di tagli, ma di ritardi...

Lettere e Aiuti.  Ma torniamo alle missive partite ieri: sia Gravina, a nome della Figc, sia Dal Pino, a nome della Serie A, hanno scrit­to a Conte e per conoscenza ai mi­nistri Spadafora, Gualtieri e Spe­ranza. Lo spunto è l'abolizione dd 1.000 ingressi alle partite stabi­lita dal dpcm, ma vanno oltre e chiedono di inserire il calcio tra i settori in crisi. La Federcaldo stu­dia il documento da alcuni gior­ni e parte dalla convinzione che il pallone abbia un ruolo importante dal punto di vista economi­co e sociale. Non è una richiesta di aiuto per le società che paga­no campioni da ingaggi miliona­ri, ma per un sistema intero che dà da vivere a migliaia famiglie. I contributi richiesti possono es­sere diretti o indiretti (dilazione delle tasse come successo in primavera) . La Serie A ha sottoline­ato che ai 200 milioni di perdite per la scorsa stagione (il 60% per­ii ticketing), da settembre fino al 31 dicembre se ne aggiungeran­no altri 400 tra biglietti non venduti e sponsorizzazioni mancate. A tutto questo va aggiunto il de­prezzamento dei calciatori di cir­ca 1,5 miliardi. Anche il Comita­to 4.0, che comprende Lega Pro, Lega Basket Serie A, Lega pal­lavolo maschile, Lega nazio­nale pallacanestro, Lega pal­lavolo femminile, Lega basket femminile, Fidai Runcard, ha chiesto liquidità agevolata, aiu­ti a fondo perduto e rinvio delle scadenze fiscali.

Spadafora. Aiuti allo sport di base (dalle palestre, alle piscine passando per le sodetà dilettantistiche) sono stati invece promessi attraverso Facebook dal ministro Spadafora. «Ho compiuto ogni sforzo possibile per evitare la so­spensione delle attività - ha scrit­to - ma purtroppo non è servito a nulla perché i dati sono peggio­rati. Già domani (oggi, ndr) ap­proveremo il decreto per sostene­re con misure straordinarie tutto questo mondo die con la secon­da chiusura rischia di non riapri­re. Come governo dobbiamo fare autocritica: dovevamo immagina­re misure con effetti diversi. Nei cenni sportivi all’aperto non si potrà fare sport da contatto».

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