Basket

Happy Casa, BCL: Mezzo pieno o mezzo vuoto?

07.04.2021 10:23

 "Mezzo pieno o mezzo vuoto,
mi hanno detto di giocare quindi io gioco,
faccio del mio meglio, almeno ci proverò
se ho ragione o no, io non mi sposto!"

Recitava così un pezzo degli 883 del Maggio 2008, particolarmente azzeccato per l'argomento del giorno. A proposito, dov'era la New Basket Brindisi nel Maggio 2008? Si giocava la promozione ai playoff di Serie B d'Eccellenza con, nell'ordine, Fossombrone, Latina, Venezia e Trapani. I playoff che ancora oggi ricordiamo con nostalgia, quelli da dove tutto è iniziato.
Oggi la storia scritta ci porta a discutere di una mancata qualificazione ai quarti di finale della Basketball Champions League, e questo dà già la misura di quanto straordinario sia stato il percorso della New Basket Brindisi in questi anni.
Come tale è straordinario il percorso europeo di questa stagione, dove Brindisi è comunuqe arrivata ai Playoff di BCL, risultato mancato lo scorso anno.

Detto questo però bisogna affrontare i fatti di oggi, e questa mancata qualificazione, per come è arrivata, lascia un amaro in bocca molto più grande di quel che avremmo imaginato. Come evidenziato dal GM Tullio Marino, l'insolito calendario che ci ha fatto affrontare le prime 3 partite casalinghe di seguito e le ultime 3 tutte in trasferta non ha aiutato, ma sono anche altri i fattori decisivi. 

HARRISON OUT

C'è poco da nascondersi: l'assenza di D'Angelo Harrison, mancato per tutte le 6 partite del girone, è stata pesantissima, molto più di quanto possano dire i numeri, perché Josh Bostic il suo lavoro di realizzatore lo ha fatto e anche bene. Harrison è mancato come leader emotivo, per la sua innata capacità di trascinatore che con la sua sola presenaza in campo trasmette consapevolezza e carica ai compagni. Nel mentre, metteva i suoi 20 a partita e soprattutto aveva la palla in mano nei momenti più bollenti, quando più di una volta in queste partite non è stato facile scegliere a chi affidare il tiro. 
Dal momento che se ne parla da un po', la domanda sorge spontanea: ma quando rientrerà Harrison?

DETTAGLI E LUNGIMIRANZA

Questi sono i fattori a nostro parere che lasciano i maggiori rimpianti.

Le due partite contro Holon sono state perse per dei dettagli che a questi livelli non ci si può permettere di sbagliare. Al ritorno la dormita di Krubally su De Zeeuw a 1.5" dal termine è un errore clamoroso, così come non usare bene la palla della possibile vittoria (nei tempi regolamentari) per lasciare la responsabilità a un compagno era semplicemente un regalo all'avversario. Dei dettagli sono costati anche all'andata, quando la poca lucidità ha fatto rimontare a Holon un +5 a 1 minuto e mezzo dalla fine.

Rientra nei dettagli e nella lungimiranza anche la gara di andata proprio contro il Pinar Karsyiaka. A 2 minuti e 40" dalla fine del tempo Brindisi conduceva di ben 14 lunghezze. Alla fine la vittoria è comunque arrivata, ma il margine finale di soli 4 punti è costato caro nella decisiva partita di ieri: arrivarci con un margine anche solo di 8-9 punti avrebbe dato vita senza dubbio a tuttaltro tipo di partita dal punto di vista mentale da parte di entrambe le squadre. E' un errore grave, una cosa su cui riflettere per le prossime, eventuali, avventure europee.

ARBITRAGGI E INESPERIENZA

Come è disonesto intellettualmente imputare l'eliminazione alla sola condotta arbitrale, lo è altrettando negare che spesso le terne non si sono dimostrate all'altezza dell'evento. Naturalmente in queste situazioni, se pur gli arbitri sbaglino da entrambe le parti, chi ne paga di più sono le squadre meno esperte (ovvero, Brindisi). Molti giocatori di esperienza come Erden e Pnini spesso non sono tecnicamente dei fuoriclasse, ma hanno la furbizia di saper mettere le partite sul piano dei nervi, del saper prendere le misure al metro arbitrale e far innervosire gli avversari. Brindisi, queste furbizie, le paga sempre. Possiamo arrabbiarci perché forse "poco sportivi", ma il risultato è quello che conta. E per vincere questi elementi sono preziosi quanto e più degli altri.

SFORTUNA E PUBBLICO

I meno incisivi (forse), ma ci sono stati anche quelli. La sfortuna c'è stata: se il layup di Thompson nel finale contro Holon fosse entrato anziché ruotare e uscire dal ferro avremmo condotto tutt'altro girone, così come bastava che il Pinar tirasse da 3 con una percentuale più umana nell'ultima partita (anzichè 53%) e probabilmente ce la saremmo giocata fino all'ultimo possesso, più tante altre piccole cose inutili da elencare. Infine il fattore casalingo, che nel secondo girone le altre squadre hanno avuto, e Brindisi no. Considerando che la situzione pandemica ha un po' disabituato le squadre a questa presenza, anche questo aspetto ha fatto il suo.

Mezzo pieno o mezzo vuoto?

Se si guarda al fatto che Brindisi ha fatto un altro passo in avanti rispetto all'anno scorso (quando non si era qualificata alla seconda fase), il bicchiere è ovviamente mezzo pieno, con dei playoff meritatamente raggiunti, e una qualificazione contesa fino all'ultimo atto. 

Il bicchiere mezzo vuoto è il fatto che l'Happy Casa, nonostante gli errori, si era messa in una situazione "comoda", potendo sfruttare ben due match point qualificazione, ma entrambi, per motivi diversi, sono sfumati. La squadra merita comunque l'applauso di un tifo che, potendo farlo, avrebbe senz'altro aiutato questa squadra fra le mura amiche a gettare il cuore oltre l'ostacolo, ma questa eliminazione, proprio per il potenziale mostrato dai ragazzi di Vitucci, lascia comunque la sensazione di una grande occasione mancata.

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