Traffico illegale di rifiuti speciali notificati 18 avvisi di garanzia

30.10.2012 18:50

CarabinieriBRINDISI - Un presunto traffico illecito di rifiuti speciali, in particolare di ceneri industriali, è stato scoperto nel brindisino dai carabinieri del Noe di Lecce che stanno eseguendo in queste ore alcuni provvedimenti di sequestro e contestualmente stanno notificando 18 avvisi di garanzia.

L' INCHIESTA - Le indagini sono coordinate dalla Dda di Lecce e hanno portato alla luce una serie di irregolarità nella gestione di residui della lavorazione industriale. A quanto si è saputo, tra gli indagati vi sarebbero imprenditori e trasportatori a cui viene contestato il reato di traffico illecito di rifiuti. Più di 300 mila tonnellate di scorie, per la gran parte ceneri di carbone prodotte da centrali per la produzione di energia elettrica, sarebbero state illecitamente smaltite in due siti del brindisino privi di autorizzazioni per trattare rifiuti speciali pericolosi. Nell'illecita attività sono coinvolte - secondo quanto riferito dagli investigatori - due aziende del settore energetico, la Tampieri di Faenza (Ravenna) e la Ital Green Energy con sede a Monopoli (Bari). Le indagini, condotte con intercettazioni telefoniche e riprese video, hanno consentito di appurare che in due cave, una a Francavilla Fontana l'altra a Brindisi, venivano conferiti ingenti quantitativi di materiali che finivano interrati. I codici di classificazione degli stessi avrebbero invece imposto particolari modalità di trattamento. Agli amministratori dei due impianti sono stati contestati i reati di omessa comunicazione della contaminazione del suolo e del sottosuolo. I carabinieri hanno accertato che nelle due discariche erano state trasferite anche le ceneri provenienti dalla centrale Enel di Cerano (per circa 70 mila tonnellate), e in misura minore anche dall'impianto di Edipower (circa cinquemila tonnellate). Nel corso dell'inchiesta sono stati sequestrati una sessantina di mezzi in tutta Italia, tra autocarri e rimorchi e vari macchinari.

FONTE: corrieredelmezzogiorno.it

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