Parla l'uomo accusato ingiustamente: "lasciatemi in pace"

23.05.2012 13:03

(ANSA) - ROMA, 23 MAG - "Ero a casa con mia figlia di tre anni. Hanno suonato e sono entrati. Mi hanno toccato, spinto verso il divano, 'statti fermo qua', mi hanno detto. E hanno cominciato a rovistare dovunque. Sono passati tutti da casa mia. A un certo punto è arrivato pure il magistrato, quello giovane con la barba che con fare arrogante mi chiedeva 'Ma che hai fatto?', e io, 'Niente'. Volevano sapere che cosa avessi fatto il giorno prima, venerdì. E poi la sera, la notte. Io gli ho detto la verità, 'Non ho fatto nulla'". E' il racconto alla Stampa dell'uomo sospettato di essere l'attentatore alla scuola Morvillo-Falcone di Brindisi, delle ore da "incubo" vissute quando le autorità hanno fatto irruzione in casa sua. Il giorno dell'attentato, ricorda, "ho sentito il botto, ho pensato al giorno della Montecatini. Spaventato, non sono andato al lavoro". Dopo la perquisizione, racconta ancora, "mi hanno preso e portato in questura con mia figlia di tre anni". Ora chiede di essere "lasciato in pace". "Voglio uscire di scena - afferma -. Con un mio parente capitano dell'Esercito stiamo preparando una diffida perché tutti ci lascino in pace". (ANSA).

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