E' stato il figlio. E' uno dei due film italiani in concorso alla prossima
mostra del cinema di Venezia e sicuramente desterà curiosità. Parliamo della spiazzante opera prima (in solitaria) di Daniele Ciprì
E' stato il figlio. La pellicola è un libero adattamento dell'omonimo romanzo dello scrittore palermitano Roberto Alajmo.
Girata nelle periferie della città di Brindisi è interpretata tra gli altri anche da Toni Servillo . Ciprì sceglie i toni grotteschi di una tragicommedia sulla febbre per l'oro, o piccioli che dir si voglia, per raccontare uno spaccato raggelante di un paese, il nostro, in cui il declino economico sembra andare di pari passo con una decadenza morale forse irreversibile.
Trama. La storia prende le mosse dal racconto di Busu interpretato dallo straniante Alfredo Castro (
Toni Manero,
Post Mortem) il quale si fa voce narrante delle peripezie della famiglia Ciraulo, la quale prova a sfuggire al lutto per la morte della figlia di appena sei anni, colpita da una pallottola vagante durante una sparatoria, fantasticando sulla possibile ricchezza che arriverebbe dai soldi stanziati dal fondo per le vittime della mafia. Ecco allora che la tragedia diventa la farsa di un sogno di arricchimento insensato e senza criterio che conduce il capo famiglia Nicola, alias
Toni Servillo, a realizzare il suo sogno di comprare una Mercedes. Il tutto non prima di essersi indebitato ricorrendo ai prestiti di un usuraio. Un graffio sullo sportello della vettura darà il via a una
escalation di violenza la cui principale vittima sarà l'anello debole della famiglia, vale a dire il figlio. Un racconto che si preannuncia ricco di spunti divertenti che sottendono una riflessione amara sul presente, in cui l'ironia diventa strumento di riflessione accalorata sulle sorti di un paese in cui la primavere sembra davvero tardi ad arrivare.
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