
Province, Brindisi guida la rivolta. E scoppia il caso giunte
LECCE - Non si arrende Brindisi e non si arrende nemmeno la Bat, ma il destino geografico e politico della Puglia sembra ormai segnato. Una mega-provincia a Nord con Foggia e Bat insieme, una mega-provincia a Sud con Lecce, Brindisi e Taranto insieme e l’area metropolitana di Bari. Un’ipotesi, non troppo lontana dalla realtà nonostante il decreto, suffragata dai numeri sul peso economico riportati nell’articolo della pagina accanto, a firma di Federico Pirro. Ed è proprio quello che potrebbe davvero accadere se le proposte di Francesco Ventola, primo e unico presidente dell’ultima nata tra le Province pugliesi, e Mimmo Consales, sindaco di Brindisi, non verranno accolte. Il primo chiede di mantenere un ente cuscinetto tra l’area metropolitana di Bari e la provincia di Foggia, il secondo di costituire la mega-provincia del Salento. Nel frattempo, mentre si mettono a punto le strategie da adottare prima che il decreto venga trasformato in legge, tutte le Province, anche quella di Lecce che non sarà toccata dal riordino, si preparano a smobilitare. Dal primo di gennaio, infatti, saranno soppresse le giunte e a guidare la difficile fase di transizione rimarranno soltanto il presidente e tre consiglieri delegati (niente più commissario, quindi). Tutto in vista di novembre 2013, e poi gennaio 2014, quando diventeranno enti di secondo grado con consiglieri eletti dai Consigli comunali. «Non vedo come si possa, con il solo presidente e tre consiglieri, traghettare enti così complessi - dice amareggiato Antonio Gabellone, chiamato a liquidare la Provincia di Lecce come ente elettivo di primo grado -. Mi chiedo come gestiremo le tante vertenze per il lavoro, le politiche sociali, la formazione, il patrimonio. Sarà davvero difficile». Ma i problemi di Gabellone appaiono irrisori se confrontati con quelli di Ventola e Consales, che dovranno invece suonare il de profundis per le rispettive province, non solo come enti, ma come realtà geografiche e politiche. «Continuo a non accettare la soluzione adottata», dice senza mezzi termini Consales, che mai e poi mai, quando è stato eletto sindaco, avrebbe immaginato di trovarsi a gestire una situazione simile. Tranne Fasano, che ha già scelto l’area metropolitana di Bari, molti degli altri 18 comuni del Brindisino hanno deliberato per l’accorpamento con la provincia di Lecce. «Se questa soluzione dovesse essere accettata - dice Consales -, come potrebbe la città di Brindisi, che a quel punto non confinerebbe nemmeno più con il territorio tarantino, essere accorpata alla provincia ionica?». Consales, dunque, non si arrende. Lunedì mattina, alle 11, ha convocato tutti i sindaci del Brindisino a Palazzo Nervegna. Ancora una volta, proverà a portarli dalla sua parte per la sottoscrizione di un documento con il quale chiedere al governo centrale la costituzione della super-provincia Brindisi-Lecce-Taranto. «Non ci sarebbe nemmeno il problema di scegliere il capoluogo - aggiunge -, visto che Lecce rimane tale e, in quel caso, sarebbe il territorio più grande fra i tre».
A Lecce, invece, le resistenze rimangono: «Il territorio sarebbe troppo ampio - dice Gabellone -, con vocazioni troppo diverse. La scelta più naturale sarebbe invece che Lecce accorpasse tutta la parte sud-occidentale del Brindisino, inclusa la città di Brindisi». Ma Gianni Florido, presidente della Provincia di Taranto, già fantastica sul nome da dare alla nuova provincia distesa tra Ionio e Adriatico e lancia il nome di Brita. Più a Nord, come detto, non si arrende nemmeno Ventola, «perché - dice -, questa nuova distribuzione territoriale corrispondente alla (nuova) Provincia di Foggia-Bat, penalizzerà, alla fine, solo i cittadini. Mi devono spiegare come si fa a gestire un territorio di ottomila chilometri quadrati. Nel passaggio che il decreto deve ancora scontare in Parlamento, non disperiamo di riuscire a ottenere l’adesione di altre città che, magari, sono interessate a non far parte della città metropolitana. A questo punto, si può sperare questo perché, con l’accorpamento di Brindisi a Taranto senza il sì dei rispettivi capoluoghi e l’annessione di alcune città a Lecce, si è dimostrato che certe operazioni si potevano fare». E se Florido gongola a Sud-Ovest, Gianni Mongelli, sindaco di Foggia, già pregusta, più a Nord, le opportunità offerte dalla nuova provincia con la Bat che, accorpando anche Molfetta (che non vuole entrare a far parte dell’area metropolitana), diventerebbe la seconda in Puglia per peso economico. Ecco, allora, che Mongelli parla di «ampliamento del ventaglio di opportunità da mettere a frutto per far crescere le nostre imprese e migliorare la qualità della vita dei cittadini».
FONTE: CORRIERE DEL MEZZOGIORNO
Francesca Mandese (ha collaborato Carmen Carbonara)
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