
Ferrarese: "Tolleranza zero per i depuratori che continuano ad inquinare"
La Provincia di Brindisi ha intenzione di mettere in campo ogni iniziativa finalizzata a bonificare il Canale Reale e, di conseguenza, a tutelare l’oasi naturalistica di Torre Guaceto.
In questa ottica, a seguito di opportuni approfondimenti, la Provincia ha deciso di negare l’autorizzazione allo scarico delle acque del depuratore che sarà al servizio di Carovigno, San Vito dei Normanni, San Michele Salentino e delle marine di Specchiolla e Santa Sabina, in quanto non rispondente a quanto previsto dal Piano regionale di tutela delle acque.
Ma la Provincia è andata ben oltre questo provvedimento. In data odierna, infatti, ha comunicato all’Acquedotto Pugliese che dovrà farsi carico in tempi brevi della gestione dell’impianto di affinamento delle acque realizzato a Mesagne dalla Provincia (con un investimento di oltre dodici milioni di euro e con acque in uscita in tabella 4, cioè perfettamente riutilizzabili).
Tale impianto è assolutamente necessario per affinare le acque degli impianti di depurazione di Ceglie Messapica, Francavilla Fontana, Latiano e Mesagne, che saranno impiegate d’estate per irrigare gratuitamente centinaia di ettari di terreni agricoli, mentre d’inverno confluiranno nell’invaso del Cillarese e quindi consentiranno al Consorzio Asi di cedere acqua riutilizzabile alle aziende della zona industriale di Brindisi. Allo stato attuale, gli stessi depuratori scaricano acque classificate in “tabella 1” (reflui non sufficientemente depurati) nel Canale reale e quindi, di conseguenza, nell’oasi di Torre Guaceto.
“Questa situazione non si può più tollerare – afferma il Presidente Massimo Ferrarese – e quindi l’Acquedotto Puglise deve sapere che, non solo non autorizzeremo il depuratore di Carovigno, ma siamo pronti a revocare le autorizzazioni relative agli scarichi degli altri depuratori in quanto rappresentano chiaramente una fonte di inquinamento che mette a rischio Torre Guaceto. Un danno per l’ambiente che verrebbe totalmente eliminato con l’entrata in funzione dell’impianto di affinamento. La tolleranza è pari a zero quando è in discussione la tutela del nostro territorio e la salute dei nostri cittadini”.
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