
D'Attis insiste: "la Provincia poteva essere salvata"

”La questione e' molto semplice” dice D’Attis: “il 6 luglio il DL spending review ha determinato il riordino delle province, stabilendo come requisiti di riferimento popolazione e territorio, ma senza fissare dei minimi. Lo stesso DL rinviava ad un provvedimento del governo la fissazione dei requisiti minimi”.
Il 20 luglio il Governo con proprio provvedimento, fissa i requisiti minimi: si salvano le province con superfice superiore ai 250mila kmq e con più di 300mila abitanti.
”Dunque” - specifica D’Attis – “e' vero che il Parlamento ha votato il 7 agosto i criteri (popolazione e superficie) conoscendo la delibera del Governo, ma non ha MAI votato sui requisiti minimi”. E ancora: “e' vero che la norma che il Parlamento ha approvato il 7 agosto, fissa che il riordino deve avvenire sulla base di quei requisiti minimi, ma e' altrettanto vero che la norma nuova che il governo dovrà' presentare il 7 ottobre (60 giorni dopo il 7 agosto) dovrà' essere votata dal Parlamento e potrà' contenere tutte le deroghe o eventuali modifiche ai criteri che il Parlamento riterrà'. In sintesi, i requisiti minimi sono un vincolo che il Governo, sulla base della legge, ha imposto al processo dal basso (Comuni, Cal, Regioni), e un vincolo - molto piu' debole - che si e' imposto per la norma successiva che avrebbe dovuto fare. Quindi: il Parlamento ha di fatto deliberato che le Regioni non possano fare proposte in deroga ai requisiti perché' sarebbero giuridicamente inaccettabili, ma non si e' privato della possibilità' di deroghe quando sarà' votata la norma di riordino vera e propria”
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