
"L'Andria è una corazzata"
di Michele Mastrobuoni - notiziariocalcio.com
Le difficoltà costituiscono il tratto caratterizzante della Puteolana degli ultimi periodi. I numeri attuali, però, fanno particolarmente paura. Nove punti in diciassette incontri di campionato suscitano timori profondi. Ancor più, se confrontati con la squadra dell’anno scorso, che girò a quota diciassette. Addirittura da brividi se comparati con la Puteolana di due anni fa, che chiuse il girone d’andata vantando ventisette punti all’attivo. Era la Puteolana di Tony Letizia e, soprattutto, di Corrado Sorrentino. Il timoniere che condusse i Diavoli Rossi nel porto sicuro della salvezza, senza nemmeno attraversare la buriana dei play out. Ed è proprio al tecnico di quella Puteolana che notiziariocalcio.com si è rivolto per fare il punto non soltanto sui flegrei, ma anche sul girone H nella sua interezza.
Mister Sorrentino, partiamo dalla sua ex squadra. La Puteolana ha chiuso il girone d’andata con nove punti all’attivo. Esistono ancora chances salvezza per i flegrei? “Non è ancora detta l’ultima parola. La Puteolana dovrà però cercare di fare quanti più punti possibile, specie in casa, dove può far affidamento su un pubblico sempre molto caloroso. Il mercato ha rinnovato notevolmente la squadra, che ora ha la possibilità di dare una piega diversa al proprio campionato. Già domenica scorsa, a Potenza, si è visto qualcosa di buono, ma purtroppo è giunta una sconfitta beffarda perché maturata nei minuti finali. Credo che l’imperativo dei granata sia quello di vincere il maggior numero di partite, per far in modo che si possa abbandonare l’ultima posizione del tabellone. Una posizione che, ad una piazza simile, sta molto stretta”. In una situazione tale, crede che la tifoseria possa rappresentare un’arma a doppio taglio? “I supporters granata sono giustamente molto esigenti, ma c’è da dire che essi sono altrettanto calorosi, perché non fanno mai mancare il loro sostegno. Ultimamente i risultati stanno un po’ latitando, ma c’è bisogno di far quadrato per il bene della squadra”. Ampliando lo sguardo, quale crede che sia la squadra con le maggiori chances salvezza? “Vedo molto bene l’Arzanese. La società ha operato ottimamente in sede di mercato, e credo che non esiterà a fare ancora qualcosina qualora ce ne sarà l’opportunità. L’arrivo di Potenza è coinciso con una vittoria importante, a cui ha fatto seguito la brutta sconfitta di Brindisi. Domenica scorsa credevo che potessero vincere ma, stando a quanto mi è parso di capire leggendo le cronache, sembra che gli attaccanti avessero le polveri bagnate. Sono convinto però che avranno tempo e modo per potersi tirare fuori d’impaccio”.Portabandiera della Campania nel girone H è la Cavese…..
“Ho avuto modo di seguire spesso la Cavese, e mi ha sempre fatto un’ottima impressione. Sono rimasto un po’ perplesso per la partenza di D’Avanzo, ma resto convinto che sia una grande compagine. A mio avviso, l’unico handicap potrebbe esser rappresentato dalla penalizzazione iniziale, non solo e non tanto per i punti in sé, quanto per le ripercussioni psicologiche che possono derivare da una continua rincorsa. A parte questo, credo che bisogna attribuire onore e merito alla Cavese per quel che sta facendo”. Leader del raggruppamento è l’Andria. Crede che resterà tale fino alla conclusione della stagione? “Penso che l’Andria sia la candidata principale per la conquista della Lega Pro. Un po’ dipenderà dall’eventuale squalifica per la questione D’Agostino, ma non credo che essa potrà avere ripercussioni. L’Andria ha guadagnato tutti i suoi punti sul campo; è una corazzata costruita per vincere, e si sta comportando come tale”. Salta all’occhio una netta differenza tra pugliesi e campane. Crede che sia soltanto una questione economica? “Sicuramente, da alcuni anni a questa parte, i club della Campania sono attanagliati da profonde difficoltà economiche, ma non credo che sia soltanto questo il tratto discriminante, a livello calcistico, tra le due regioni. Molti club pugliesi vantano settori giovanili di altissimo livello, il che rappresenta un’ottima base per far bene. Questo è un campionato in cui gli under fanno la differenza; quando puoi far affidamento su giovani all’altezza della situazione, sei già un passo avanti. Le campane, invece, non operano allo stesso modo. Sono poche le società della Campania a prestare molta attenzione ai propri settori giovanili come poche, altresì, sono quelle con la propensione o la capacità economica idonea a sborsare le cifre necessarie per acquistare giovani talenti provenienti dai club professionistici”. Ultima domanda: reputa molto alto il coefficiente di difficoltà di questo raggruppamento? “Credo che il girone H sia il più duro d’Italia. Esso è composto da squadre che hanno sempre vissuto in categorie superiori. Penso, ad esempio, al Taranto, al Brindisi, alla Cavese, all’Andria. Questi team sono soltanto di passaggio in Serie D, perché abituati a dimorare altrove. Si tratta di un campionato ad altissimo coefficiente di difficoltà, e per disputarlo bisogna attrezzarsi al meglio, altrimenti c’è il rischio di andar incontro a figuracce”.
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