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Scuola, nuova ordinanza di Emiliano: Didattica digitale fino al 14 marzo

24.02.2021 08:36

C'è chi lascia tutti a casa, qualcuno annuncia che si può tornare, anche se non obbligatoriamente. Poche circolari ufficiali, la comunicazione avviene durante la notte tra chat di classe, comitati di genitori, gruppi di docenti, infuocati dalla polemica. E al risveglio sono centinaia di migliaia le famiglie che non sanno se i propri figli dovranno andare a scuola o restare a casa. È il pasticcio della scuola che si consuma in Puglia: il Tar boccia la nona ordinanza del presidente Michele Emiliano nel pomeriggio del 23 febbraio, un nuovo provvedimento (il decimo da ottobre) viene annunciato ma arriva solo quando mancano pochi minuti alla mezzanotte.

Lezioni da casa al 100 per cento ancora per (quasi) tre settimane, per le scuole di ogni ordine e grado. Niente scelta alle famiglie, ma gli istituti devono (e non più solo possono) accettare tutti gli alunni impossibilitati a collegarsi on line. La decima ordinanza prova a mettere in campo alcuni cambiamenti sollecitati dal tribunale amministrativo.

L'ordinanza è valida dal 24 febbraio e sino al 14 marzo 2021. “Le istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado e i centri di istruzione per adulti adottano forme flessibili dell’attività didattica in modo che il 100 per cento delle attività scolastiche sia svolto in modalità digitale integrata – si legge nel testo - riservando l’attività didattica in presenza agli alunni per l’uso di laboratori, qualora sia previsto dall’ordinamento, o per mantenere una relazione educativa che realizzi l’effettiva inclusione scolastica degli alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali, garantendo comunque il collegamento on line con gli alunni della classe che sono in didattica digitale integrata”.

E fin qui, nulla cambia. Le scuole dell'infanzia, elementari, medie e Cpia “ammettono in presenza tutti gli alunni che, per ragioni non diversamente affrontabili, non abbiano la possibilità di partecipare alla didattica digitale integrata”. Nella precedente versione dell'ordinanza, bocciata dai giudici amministrativi, era data facoltà' alle scuole di ammettere richieste diverse dei genitori: un passaggio che aveva creato molte differenze, tra scuole che avevano accettato solo gli studenti con bisogni educativi speciali (interpretando l'ordinanza in senso restrittivo) e altre che avevano invece aperto a tutte le richieste, organizzando turni e rotazione di alunni. Eliminato, inoltre, il limite del 50 per cento della capienza massima, anche questo contestato dal Tar.

Discorso diverso per le superiori, che “ammettono in presenza tutti gli studenti che, per ragioni non diversamente affrontabili, non abbiano la possibilità di partecipare alla didattica digitale integrata, nel limite del 50 per cento della popolazione scolastica, possibilmente per ogni singola classe”. Per licei, tecnici e professionali la soglia resta, ma d'altronde anche il decreto del presidente Conte valido fino al 5 marzo ne prevede uno.

 

Fonte: bari.repubblica.it

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