Condannato a 20 anni "Patalino" per il duplice omicidio dei fratelli Italiano

12.05.2012 12:58

ORIA - Dopo otto anni dal fattaccio, dal tribunale di Taranto giunge la parola fine sul duplice omicidio avvenuto il 13 marzo 2004 a Oria.  I carabinieri hanno  arrestato Cosimo De Michele, oggi 71enne. E’ stato condannato per l’omicidio dei fratelli Livio e Salvatore Italiano che avevano rispettivamente 39 e 38 anni quando furono trucidati a colpi di pistola nel centro di Oria. De Michele - detto "patalino" - in primo grado aveva rimediato una condanna all'ergastolo sebbene avesse chiesto e ottenuto il rito abbreviato che pure in alcuni casi prevede una riduzione della pena. Cosimo De Michele aveva subito confessato di essere l'autore del duplice omicidio, quando, a seguito di una rissa scoppiata fra due gruppi rivali, si era ritrovato faccia a faccia con i fratelli Italiano in una traversa di via Torre. Un conflitto a fuoco che aveva avuto conseguenze pesanti anche sotto il profilo del numero dei feriti con ben due persone in prognosi riservata: Pietro De Michele, 28 anni, lo stesso Cosimo (all’epoca dei fatti 63enne). Venne ricoverato al Vito Fazzi di Lecce per un colpo di pistola che lo ha raggiunto al torace. Ferito, anche se non in maniera grave il padre di Pietro De Michele, Tommaso, all’epoca 49 anni. A scatenare la furia omicida, il furto di una motoape di proprietà della famiglia De Michele. Fu Massimo Italiano a rubare il mezzo qualche giorno prima  del fatto sanguinoso. Ma furono Salvatore e Livio a pagare con la vita la bravata del fratello minore.  E i contrasti tra le famiglie dei De Michele e degli Italiano furono subito messi al centro delle indagini dei carabinieri di Oria e della compagnia di Francavilla Fontana che allora portarono il sostituto procuratore di Brindisi, Antonio Negro ad emettere il fermo di quattro persone: il fratello delle vittime, Massimo Italiano, di 35 anni e dei tre uomini rimasti ferti nella sparatoria: Pietro De Michele, 28 anni, Tommaso De Michele, di 49 anni, e Cosimo De Michele. Quest’ultimo condannato a 20 anni per Omicidio Doloso e rissa, dovrà scontare i primi due anni nel proprio domicilio e i restanti diciotto in un istituto di pena. Il beneficio gli è stato concesso per motivi di salute dal Tribunale di Taranto che ne ha disposto la carcerazione.

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