Brindisi in caduta libera ma nessuno si assume le proprie responsabilità

18.11.2012 18:34

Inutile nasconderlo. Ora è crisi nera. Il Brindisi contro il Taranto rimedia la quinta sconfitta nelle ultime sei gare e viene inghiottito nelle sabbie mobili della classifica. Francioso è in rotta con parte della squadra per sua stessa ammissione. Alla fine della partita dichiara: “questa è la squadra. Non posso farci niente. Ho chiesto alla società di prendere provvedimenti nei confronti dei calciatori”. Ma la colpa di questa situazione è di tutti perché a leggere i nomi di questo Brindisi è impensabile metterlo sullo stesso piano di Puteolana, Campania ed altre formazioni che precedono i biancazzurri in classifica. Terza sconfitta interna consecutiva, con il ‘Fanuzzi’ diventato terra di conquista per chiunque. E per la terza volta il Brindisi si fa rimontare e superare. Era accaduto con il Francavilla in Sinni, è successo col Foggia. Ed oggi col Taranto. Il Brindisi parte forte, controlla, ma non riesce mai ad ammazzare l’avversario perché non tira, tira male, è timido e, puntualmente, arretra paurosamente nel corso del secondo tempo. Quasi a chiudersi. Poi quelle maledettissime espulsioni: ingenue, inutili, stupide. Cosi non va. E’ un atteggiamento masochista difficile da spiegare. Contro il Taranto si è vista la sesta formazione diversa dall’inizio del torneo, segno evidente che alla dodicesima giornata questa squadra non ha ancora trovato la quadratura del cerchio. La sua identità. Ed è inutile nascondere un pizzico di rabbia nel trovarsi contro  un giocatore come Mignogna dopo lo straordinario campionato dello scorso anno. Fino ad oggi la Curva non aveva mai contestato perché consapevole che sarebbe stato un campionato di transizione ma quando è troppo, è troppo avranno pensato gli ultras alla fine. Avevano incoraggiato la squadra per novanta minuti ma alla fine hanno chiamato a gran voce i calciatori sotto la curva per manifestare tutta l’amarezza. Qualcuno ha anche atteso la squadra fuori dagli spogliatoi. E sarebbe riduttivo appellarsi alla sfortuna per il palo o per il rigore negato. La verità è che la squadra è in fase di involuzione. E quel che è peggio è che nessuno si assume le proprie responsabilità o quantomeno fa capire cosa stia accadendo nello spogliatoio. Cosi non va ed ora c’è un pizzico di paura. Inutile nasconderlo.

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