Calcio

Lecce, «Truccarono derby»: Semeraro e Quarta risarciranno i tifosi

29.11.2014 08:57

BARI – Il derby Bari-Lecce di serie A del 15 maggio 2011, perso dai biancorossi 2-0, fu comprato dai salentini per 200mila euro. Condividendo l’ipotesi accusatoria, il giudice monocratico del Tribunale di Bari Valeria Spagnoletti ha condannato a 1 anno e sei mesi di reclusione e al pagamento di 10mila euro di multa l’ex presidente del Lecce calcio Pierandrea Semeraro e l’imprenditore salentino Carlo Quarta. Condanna a 9 mesi di reclusione e a 5mila euro di multa per Marcello Di Lorenzo, amico dell’ex calciatore biancorosso Andrea Masiello (che ha patteggiato la pena nell’ambito dello stesso procedimento insieme agli amici e scommettitori Gianni Carella e Fabio Giacobbe). Per tutti il giudice ha disposto la sospensione della pena e l’interdizione per sei mesi dagli uffici direttivi della società sportiva con "divieto di accedere ai luoghi dove si svolgono competizioni sportive o si accettano scommesse".

Il Tribunale ha riconosciuto il risarcimento dei danni alle parti civili. Per Figc e Confconsumatori il risarcimento dovrà essere quantificato in sede civile, ma il giudice ha condannato gli imputati, in solido tra loro, al pagamento di provvisionali pari rispettivamente a 5mila e mille euro. Risarcimento anche nei confronti degli oltre 200 tifosi di Bari e Lecce, quantificato in 400 euro ciascuno.

"Una sentenza storica – ha commentato l’avvocato Giuseppe Milli in rappresentanza dei tifosi del Lecce – perchè per la prima volta c'è il riconoscimento di un danno in favore dei tifosi".

"Quello che non ha fatto il Comune di Lecce lo hanno fatto i tifosi salentini costituendosi parte civile nel processo - ha detto l’avvocato Giacinto Epifani – noi rappresentiamo un intero territorio, un’intera città che è stata danneggiata da questi fatti". Nella requisitoria, il pm che ha coordinato le indagini baresi sul calcioscommesse, Ciro Angelillis, e che aveva chiesto per i tre imputati condanne a 2 anni di reclusione, ha sottolineato che questa vicenda dimostra che non c'è stato "alcun rispetto per tutti quei bambini che vanno a dormire con la maglia della squadra dei loro beniamini". Il magistrato ha ripercorso i contatti telefonici e gli incontri tra "il gruppo dei baresi e quello dei leccesi" fino alla "concretizzazione dell’accordo con l’assegno da 300mila euro consegnato in garanzia da Quarta a Carella" e alla "firma sotto quel derby truccato rappresentata dall’autogol di Masiello".

FONTE: Gazzettadelmezzogiorno.it

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