
Tanzarella su riordino: "sembriamo un carnevale"

Io ho seguito, invece, le strategie che partivano dal presupposto di una particolare valenza di questa nuova provincia che aveva due aeroporti, due porti, infrastrutturazioni di alto livello, delle potenzialità sia sul piano della popolazione che sul piano dello sviluppo economico e sociale che avevamo tutti quanti condiviso. Poi non so cosa è successo; di fronte all’ignavia della stessa Regione Puglia che di fatto si è lavata le mani rimettendo tutto al Governo e di fronte all’abbandono della nave come nel caso del presidente Ferrarese, adesso si tentato altre strade. Devo solo far presente che, il “Grande Salento”, lo avevo ipotizzato dall’inizio non fosse altro perché della città jonico-salentina, sono stati teorizzatori, gli inventori e i teorizzatori, proprio i socialisti addirittura quasi 30 anni fa e ipotizzando la città policentrica che fosse formata da Brindisi, Lecce e Taranto con tutto quello che significava sul piano del coinvolgimento politico, istituzionale, sociale ed economico. Oggi si torna a questo minimo comune denominatore. Evidentemente c’è stato qualcosa che è cambiato in corso d’opera e che è sconosciuto alla maggior parte di noi o solo a me Veramente abbiamo dato l’impressione in questa provincia di essere una sorta di armata Brancaleone. Io non ci sto a questi giochetti che non sono comprensibili e avrei gradito che la provincia di Brindisi fosse rimasta, se esistente, unita nella difesa di questo territorio e della sua identità anche in fase di accorpamento con gli altri. Invece ho visto cambiamenti di posizioni anche di altri comuni come Latiano, Mesagne, Oria che sono, sinceramente, inspiegabili. Io ho dato la mia disponibilità come sempre e come al solito sottoscrivendo quest’auspicio proposto dal sindaco di Brindisi. Quindi grande onore a questa ex provincia che evidentemente non ha avuto mai la consapevolezza della sua identità, del suo territorio, della sua storia e delle sue ragioni di sopravvivenza. Quindi se così stanno le cose non possiamo aspettarci niente di buono per il nostro futuro. Se dobbiamo fare la corsa e andare a Lecce, io sono il primo per ragioni turistiche, di opportunità, per cinismo politico visto e considerato che un comune come Ostuni, nel contesto dei 96 comuni leccesi, sicuramente potrebbe svolgere il suo ruolo. Tanzarella si sofferma anche su alcune posizioni espresse tra i consiglieri comunali della Città Bianca. “Vorrei chiarire a qualcuno che ogni tanto si erge a fare il solone senza capire neanche di cosa sta parlando che io non ho mai assunto posizioni personali; noi siamo andati in Consiglio Comunale e il consesso cittadino si è espresso a stragrande maggioranza; nessuno in consiglio comunale ha proposto il referendum; che non mi risulta essere nemmeno un mezzo politico utilizzato dagli amici dell’Udc. Forse in Ostuni c’è qualcuno che rappresenta l’Udc ma pensa di far parte in realtà forse di qualche altra formazione che non sta a me valutare. Il referendum nella provincia di brindisi l’ha fatto solo Fasano e comunque, in ogni caso, il problema di fondo è che il referendum o lasciare tutti i comuni di esprimersi liberamente, è una sorta di ritorno all’assemblearismo puro di ottocentesca memoria che non penso sia assolutamente consono agli obiettivi che dovevamo raggiungere.
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