
Altra inchiesta sul Brindisi per fatti del 2011. Indagati tifosi ed ex presidente
Avrebbero prima minacciato gli ex soci del Brindisi composta da Giuseppe Roma e Annino De finis affinchè lasciassero la società, poi fatto pressioni sui calciatori della loro squadra del cuore per perdere una partita. Nei guai tre ultras del Brindisi: Francesco Margheriro, Alessio De Iodicibus e Francesco Galluzzo. Oltre all’ex calciatore Savino Daleno ed all’attuale calciatore Massimo Pollidori, questi due all’epoca dei fatti tesserati col Matera. Indagato anche l’ex presidente del Brindisi Roberto Quarta. Tutti sono stati raggiunti da provvedimenti di chiusura indagini partiti nel 2011 quando si scatenò una violenta contestazione nei confronti della vecchia società che vedeva presidente Giuseppe Roma e vicepresidente Annino De Finis. I due avevano estromesso da poco dal sodalizio l’ex presidente Roberto Quarta che premeva per rientrare o far passare le quote ad un altro imprenditore.
Il tifoso Francesco Galluzzo aggredì l'ex presidente Giuseppe Roma nei pressi della sua abitazione. La Digos acquisì alcune immagini di telecamere pubbliche e private che provarono l’accaduto.
Poi i tre tifosi, dopo aver parlato con gli allora calciatori del Matera Pollidori e Daleno, avrebbero fatto pressioni sui loro calciatori per perdere quella partita promettendo un compenso in denaro. Ma i calciatori del Brindisi Galetti e Guadalupi si rifiutarono e denunciarono tutto alla polizia, assieme agli ex presidenti e su spinta del loro allenatore Enzo Maiuri.
Gli indagati devono rispondere a vario titolo di Frode in competizione sportiva, violenza privata e minacce.
L'ex presidente del Brindisi Roberto Quarta entra in scena in un altro fatto: appena uscito dalla societá, spiegano in conferenza stampa, si recò negli spogliatoi del Brindisi e ‘consigliò’ a Maiuri di andarsene per favorire l’arrivo di un altro allenatore. Ma Maiuri uscì ugualmente a condurre l'allenamento anche se fu contestato dai tifosi.
Successivamente Quarta, sempre con l'intento di danneggiare i soci che erano rimasti, convocò in un bar il calciatore Umberto Prisco chiedendogli di non segnare nella gara successiva a Grottaglie. Con loro c’erano anche altre persone di Brindisi. Quarta, per aizzarlo, gli mostrò le carte relative agli ingaggi di altri calciatori che guadagnavano di più. Prisco, invece, rifiutò, giocò e segnò.
L’indagine va avanti e sono attesi a breve nuovi sviluppi.
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