
L’esponente del Governo Monti richiama la politica alle proprie responsabilità e ad avere il coraggio del cambiamento. La presa di posizione del titolare della Pubblica Amministrazione avrebbe preso le mosse dopo i tentennamenti, ormai bipartisan, che da più di una settimana avrebbero imbrigliato il decreto su numerosi fronti, non ultimo quello della pregiudiziale di costituzionalità.
Su cui, e questo spiegherebbe l'irritazione del governo, oggi è stato rinviato a Palazzo Madama il voto in Commissione Affari Costituzionali. Ma la giornata di ieri ha registrato, dopo un ufficio di Presidenza dell'Upi, anche un incontro chiarificatore tra il leader delle Province, Antonio Saitta, e lo stesso ministro Patroni Griffi.
Con una nota dai toni accesi, nel primo pomeriggio di ieri il titolare di Palazzo Vidoni è tornato a ribadire che la riforma delle Province crea resistenze e localismi, ma che questi «possono essere superati solo dal Parlamento, che è il luogo deputato alla sintesi istituzionale».
Occorre però, ha ammonito il ministro, «anche il coraggio del cambiamento», nonostante il fatto che per quelli «graduali e meditati» serve «più coraggio delle dichiarazioni di cambiamento radicale, perché - ha sottolineato - impongono di distinguere e di scegliere, che è poi il ruolo della politica». Il ministro ha poi voluto ricordare che «vorrà dire pur qualcosa» se da decenni si parla di abolizione delle Province, «con l'unico risultato di averne istituite di nuove». E ora che qualcosa si fa, «anziché parlarne, si ricomincia a parlare di abolizione, sapendo che non è possibile, almeno per ora, farlo». La giornata ha però avuto il pregio, grazie a un incontro non programmato, di livellare le possibili asperità tra Patroni Griffi e Saitta, dando a quest'ultimo la possibilità di squadernare la sua nuova strategia, che contempla - complice anche l'aria da campagna elettorale che ha già pervaso il Paese - un maggiore coinvolgimento dei gruppi parlamentari.
«L'Upi - ha infatti riferito Saitta - vuole che il Parlamento affronti con serietà il tema del modello elettorale di queste istituzioni, perché siamo convinti che sia necessario assicurare organi eletti direttamente dal popolo. Nei prossimi giorni presenteremo alle forze politiche e al Parlamento emendamenti al testo che vanno in questa direzione, confermando la nostra volontà che questo processo sia portato a termine».
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