
La British Gas lascia Brindisi: "troppa ostilità"
A Brindisi il rigassificatore non si farà. Dopo 11 anni in attesa dei permessi, la British Gas ha rinunciato a realizzare l’impianto. A pesare sulla decisione dell’azienda il clima ostile: dalla posione degli enti locali scandita da denunce e ricorsi alle proteste dei cittadini, alle recenti decisioni del governo nazionale che non ha fissato l’attesa conferenza dei servizi. Le attività saranno concentrate a Milano, e qui – dice l’azienda - resteranno non i 1000 posti di lavoro preventivati, bensì 20 lavoratori in mobilità come ha dichiarato al quotidiano economico Il Sole 24 ORE Luca Malzella, dal I febbraio presidente e amministratore delegato di British Gas Italia.
La battaglia politica e legale è iniziata nel 2001, ricevute le iniziali autorizzazioni. Un braccio di ferro tra enti locali e governo nazionale sulle autorizzazioni e sulle valutazioni di impatto ambientale. British Gas ha gettato la spugna dopo 11 anni di attesa e dopo aver speso oltre 250 milioni di euro a fronte di un investimento complessivo di circa 800 milioni di euro e per un terminal della capacità di 6 milioni di tonnellate annue di gas naturale liquefatto, corrispondenti a 8 miliardi di metri cubi l’anno di gas naturale immessi nella rete, circa il 10% del consumo nazionale.
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