
Il Governo ha fatto quello che doveva e poteva fare. Oggi abbiamo preso atto della situazione che si è creata, ora valutare le conseguenze e se c'è bisogno fare un correttivo". Così il ministro per la Funzione pubblica Filippo Patroni Griffi, ieri , lasciando la commissione Affari costituzionali del Senato che ha deciso di affossare definitivamente il decreto di riordino delle Province. E così, almeno per ora, la questione riordino è congelata…e con essa le polemiche che hanno riempito le orecchie dei cittadini su questo argomento. Quello che conta è che per il momento Brindisi è salva. Quello che si spera è che continui ad esserlo la sua dignità anche quando le decisioni spettereanno al prossimo governo. Troppi gli emendamenti presentati contro il provvedimento, in altre parole il cerchio non si è chiuso per una questione di tempo. Questa la motivazione. Ora si ipotizzano scenari migliori per la provincia come territorio, e peggiori per la provincia intesa come ente. Si torna all’art 23 del decreto salvaitalia dello scorso anno secondo il quale le province saranno declassate ad enti di secondo grado con funzioni di coordinamento ed indirizzo. Le loro competetenze saranno ripartite fra comuni e regioni con il presidente eletto dal consiglio comunale. Di fatto, dunque, qualcosa cambierà…perché quella legge, per qualcuno maledetta, è stata sottoscritta e di questo non si può non tener conto. Bisognerà capire in che modo e soprattutto se ci sono gli estremi per evitare le solite beffe oltre al danno. Capire cioè se esistono le condizioni per evitare di far pagare il conto solo a quei territori che storicamente hanno avuto un trattamento di serie B. Brindisi ha la sua storia…e se rimodulazione deve essere purchè lo sia nel rispetto di quanto a fatica è stato costruito.
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