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Sovraffollamento carceri: a Brindisi 70 detenuti in più

31.01.2012 01:12
Carcere BARI - Sovraffollamento delle carceri, celle strette e sporche, malattie infettive, condizioni di vivibilità allo stremo. È la situazione attuale nelle carceri in Puglia (ma anche nel resto d’Italia) di cui si parla da tempo. Da anni. Ma cambiamenti concreti per la verità ce ne sono stati pochi o, forse, non ce ne sono stati affatto. Il presidente della Regione, Nichi Vendola, durante la cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario ha detto che «la situazione nelle carceri è medievale. Che è una vergogna assoluta. Ci troviamo galere piene di persone che non hanno bisogno tanto della privazione della libertà personale ma dell’accompagnamento, avrebbero bisogno di servizi sociali, di una possibilità di vita, di lavoro».

Per avere un’idea del sovraffollamento degli istituti di pena in Puglia questi sono i numeri aggiornati al 25 gennaio: a Bari sono presenti 510 detenuti a fronte di una capienza di 292: da considerare che ci sono 80 posti in meno perché la seconda sezione al momento è chiusa. Nel penintenziario di Brindisi i detenuti sono 216 e la capienza è di 147 persone. Esplosiva la situazione a Lecce: 1300 detenuti pur se la capacità della struttura è di 659; non va meglio a Taranto dove i carcerati sono 660 e la capienza è di 315; a Foggia 732 detenuti su una capienza di 371. Nel carcere di Altamura sono presenti 91 detenuti (su 52 posti); a Lucera ci sono 240 persone (su 175); a San Severo sono in 94 (su 64); a Trani le presenze sono 334 (su 233): a Turi infine 180 (su 112). Complessivamente in Puglia ci sono 4.357 detenuti su una capienza complessiva di 2.340. L’esubero è di 2017 persone.

«Se le galere - ha concluso Vendola - diventano una discarica sociale in cui far precipitare tutto ciò che è brutto, sporco e cattivo, vuol dire che stiamo regredendo verso un moderno medioevo». Spiega Federico Pilagatti, segretario nazionale del Sindacato autonomo di polizia penitenziaria (Sappe): «Il grave problema del sovraffollamento in Puglia tocca la punta dell’iceberg perché si predica bene ma si razzola male. Il presidente Vendola dice quello che noi sindacati diciamo da anni, ma nel concreto cosa fa la Regione per le carceri e i detenuti? È riuscita a peggiorare l’assistenza sanitaria facendo nascere il turismo carcerario che vede moltissimi detenuti, anche pericolosi uscire dal carcere anche per patologie che prima venivano curate all’interno della struttura. Con il passaggio della sanità penitenziaria a quella pubblica, per esempio, le uscite dalla carceri per le strutture sanitarie in alcuni casi sono aumentate del 100%. E poi ci sono le colpe del Dap (dipartimento amministrazione penitenziaria) - conclude - che non distribuisce in maniera adeguata i detenuti in ambito nazionale».

Angela Balenzano - corriere della sera

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