
“Non sappiamo se il Ministro Patroni Griffi abbia cambiato già idea sul doppio capoluogo per il quale aveva dato la disponibilità al vertice dell'Upi nazionale, cosi come dichiarato sia sulla stampa che su alcune tv dal direttore generale Piero Antonelli e cosi come affermato più volte sia sulla stampa che su tutti i mezzi di informazione dall'assessore regionale Marida Dentamaro. Se ciò fosse vero ci ritroveremmo di fronte a un ministro che a distanza di un mese dichiara l'esatto contrario”.
A dichiararlo è il segretario provinciale di Noi Centro, Giuseppe Salonna, dopo le dichiarazioni di Vitali e Iurlaro.
“Se ciò fosse vero – dice Salonna – per me e per i cittadini di questa Provincia sarebbe un orribile fulmine a ciel sereno in quanto automaticamente la nostra città di Brindisi perderebbe lo status di capoluogo volgendo cosi verso il declino ed inoltre ci farebbe sospettare che dietro la decisione del Ministro Patroni Griffi ci sia l'influenza politica di chi vorrebbe vedere diventare Brindisi una frazione della città di Lecce. Non riusciamo assolutamente quindi a comprendere l'esultanza e la gioia di Vitali e Iurlaro nell'apprendere questa notizia. Il ministro infatti oggi chiarisce che il doppio capoluogo non è previsto dalla normativa ma siccome non è scritto nemmeno il contrario, Vitali e Iurlaro dovrebbero sperare e spingere per ottenerlo e non per osteggiarlo.
In effetti invece di sbraitare dicendo solo menzogne e prendendo in giro i cittadini, affermando il contrario di quello che è accaduto il 7 agosto quando proprio Vitali ha votato quella legge che ammazzava la nostra Provincia e la nostra città capoluogo, si sarebbero dovuti muovere prima di quella data per evitare il disastro del quale sarà vittima solo la nostra città e la nostra Provincia in tutta la Puglia. E' inutile fingersi quindi paladini delle future, inutili e tardive battaglie solo perchè sollecitati negli ultimi due mesi da noi – conclude Salonna – quando invece avrebbero dovuto lavorare e fare le vere battaglie, per ostacolare quella maledetta legge”.
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