
Una 'provocazione' annunciata. Ora tocca alla città
Lo aveva detto e lo ha fatto. Una settimana fa aveva annunciato ‘decisioni clamorose’ dopo la sentenza sul caso Andria. Dopo la vittoria di Vallo della Lucania sembrava tutto superato. Poi la pesante multa (l’ennesima della stagione). E cosi Antonio Flora ha continuato a covare delusione e rabbia. Da oggi non è più il presidente del Brindisi. La società resta nelle sue mani. Ma non avrà ruoli. Se e quali conseguenze avrà questo gesto sarà il tempo a stabilirlo. Inevitabile pensare che il ‘caso Andria’ non sia stato l’unico motivo della scelta. Tutti sapevano che a fine anno avrebbe lasciato comunque. Ma in questi mesi nessuno ha bussato alla porta del Brindisi anche solo per chiedere informazioni. Ed allora, forse, questo gesto potrà servire ad accelerare il passaggio di proprietà. Almeno si spera. Sempre che Flora voglia davvero andare oltre questa che appare più come una gigantesca provocazione.
I fatti, almeno fino ad oggi, hanno dimostrato che non esistono alternative. Tutte le cordate (o presunte tali) si sono puntualmente sciolte prima ancora di concretizzarsi. Per tre anni Flora ha condotto da solo. Un po’ per il suo carattere da accentratore, di padre-padrone, che non rende facile una convivenza con altri soci. Un po’ perché, in realtà, Brindisi non riesce (o non vuole) esprimere una società calcistica. Ora deve essere la città a reagire. Già da domenica. Tutti allo stadio.
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