Calcio

Campi Acsi abbandonati: diffida al Brindisi

14.05.2015 11:00
FONTE: brindisireport.it - Gianluca Greco

BRINDISI – Nell’estate del 2013 vennero affidati alla Ssd Città di Brindisi. Da mesi sono in totale stato d’abbandono. Quel che resta dei campi ex Acsi di via Pellizza da Volpedo, al rione Sant’Elia, dovrebbe presto tornare nella disponibilità dell’amministrazione comunale. Fra qualche giorno scade infatti il termine entro il quale il principale sodalizio calcistico brindisino era stato diffidato a ripristinare la funzionalità dell’impianto. Ma nulla è stato fatto per recuperare la struttura: una delle più ricche di campi da gioco della città. L’area, anzi, è totalmente in balia dei vandali.

Nel corso della stagione sportiva 2013/2014, l’impianto è stato utilizzato dalla scuola calcio e dalle formazioni giovanili del sodalizio di via Benedetto L'ingresso dell'impianto ex Acsi di via Pellizza da Volpedo-2Brin. Ma lo scorso autunno, con il furto delle caldaie (seguito da una lunga serie di razzie che hanno riguardato infissi e suppellettili) è iniziato l’inesorabile declino. Una ventina di giorni fa, nel corso di un sopralluogo con rappresentanti della società, i tecnici comunali dell’ufficio Impiantistica sportiva si imbatterono in uno scenario desolante. La struttura è stata completamente trascurata.

Lo scorso 11 marzo, la giunta comunale approvò una delibera che prevedeva il subentro della società sportiva Eurosport Academy (che dalla scorsa estate gestisce la scuola calcio del Città di Brindisi) nella gestione dei campi, attraverso un dilazionamento su 60 mesi del debito, pari a 21mila euro, che il club di proprietà di Vito Morisco (il quale lo scorso marzo ha rilevato da Antonio Flora il 98 per cento di azioni della società) aveva accumulato con l’amministrazione comunale. Ma da quanto riferito dal responsabile del settore Impiantistica sportiva, Gaetano Padula, l’Eurosport non ha mai preso possesso dell’impianto, proprio per il grave stato di degrado in cui questo versa.

La società biancazzurra, come detto, rilevò nell’estate del 2013 la gestione del centro sportivo.

Il contratto di concessione prevedeva il pagamento di un canone mensile pari a mille euro, a fronte dell’impegno di effettuare una serie di interventi manutentivi, fra cui: pulizia ordinaria del complesso sportivo, compresi gli spazi circostanti all’interno della struttura (frequenza quotidiana); pulizia giornaliera ordinaria degli spogliatoi e dei servizi igienici annessi, così come di tutte le aree della struttura adibite alle diverse attività sportive praticate; disinfezione, disinfestazione e derattizzazione di tutte le strutture (almeno due interventi annui certificati da idonea impresa); manutenzione delle strutture murarie, coperture, delle pavimentazioni, infissi ed attrezzature sportive, compresa la manutenzione e pitturazione di porte in legno e la sostituzione di vetri; pitturazioni interne (compresi spogliatoi, servizi annessi, servizi igienici) e della recinzione esterna; manutenzione e conduzione degli impianti antincendio, gruppo elettrogeno alimentazione di sicurezza gruppo pompe, compresa la corretta tenuta dei registri antincendio di cui alle vigenti normative in materia di sicurezza; manutenzione dell’impianto elettrico e di emergenza con sostituzione di eventuali elementi o parti rotti/e o deteriorati/e.

Ma a giudicare dallo stato disastroso in cui versa la struttura, è evidente che le opere di manutenzione, per ricorrere a un eufemismo, non siano state espletate a regola d’arte. “Quando affidammo l’impianto – dichiara l’ingegnere Padula – chiedemmo anche una cauzione di 50mila euro, che non è stata ancora svincolata. Questa cifra, una volta che l’impianto tornerà nella disponibilità del Comune, verrà utilizzata per fare urgenti interventi di manutenzione”.

L’impressione però è che occorrerà molto di più per ripristinare le caldaie, gli impianti elettrici, gli infissi e i suppellettili. E poi per recuperare i terreni di gioco, gli immobili e le aree di verde pubblico. Insomma ci sarà da far fronte a una spesa consistente per restituire alla cittadinanza l’impianto di via Pellizza da Volpedo, andato incontro a un infausto destino.

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