
Ancora 'ponci' a Brindisi: 17 arresti. Anche medici ed avvocati

BRINDISI – Dalle prime luci dell’alba, militari del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Brindisi, stanno eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 17 soggetti (di cui 7 in carcere e 10 ai domiciliari), tra i quali un medico e due avvocati, ed al decreto di sequestro preventivo di somme di denaro, in contanti, pari ad euro 220.000, emessi dal GIP del Tribunale di Brindisi, Valerio Fracassi, su richiesta del procuratore aggiunto Nicolangelo Ghizzardi.
I soggetti colpiti dal provvedimento si sono resi responsabili, secondo gli investigatori, in concorso con altri 250 indagati a piede libero, dei reati di truffa aggravata e continuata in danno di varie compagnie di assicurazione, anche in associazione, nonché, per i soli professionisti, dei reati di corruzione, falsità ideologica e peculato. Da qui il Nome “Poncio” assegnato all’indagine, richiamando un termine brindisino coniato proprio per indicare una combine ai danni delle compagnie assicurative.
In particolare, gli arrestati si servivano di un nutrito numero di persone (solitamente parenti ed anche minorenni) che, dietro piccolo compenso, si prestavano a figurare da passeggeri delle autovetture coinvolte negli incidenti fittizi, al fine di implementare l’indebito risarcimento che finiva in mano ai truffatori. Inoltre, presso l’abitazione di alcuni degli arrestati è stata rinvenuta la strumentazione utilizzata per falsificare certificati medici e fatture relative a prestazioni sanitarie di riabilitazione.
Un medico ortopedico, coinvolto nell’operazione, aveva emesso certificati senza mai visitare i soggetti coinvolti nei sinistri, prescrivendo diagnosi e relativi giorni di malattia solo per consentire ai truffatori di massimizzare il risarcimento per danni fisici da richiedere alle compagnie assicurative, ciò a fronte del pagamento di 150 euro per pratica. Al termine delle indagini sono stati ricostruiti, complessivamente, 81 sinistri stradali del tutto falsi e quantificato in quasi 300.000 euro le somme illecitamente liquidate a favore degli indagati.
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