Per il PDL Luciano Sardelli è un traditore

14.10.2011 19:35
Decisivo per la nascita dei responsabili, di cui è stato anche capogruppo, da oggi per il Pdl è «un traditore e un ingrato». Per Silvio Berlusconi la sua decisione di non partecipare al voto di fiducia è stata «una sorpresa negativa», ma lui, che non sarebbe stato in Aula l'aveva annunciato. E ha mantenuto la parola nonostante il pressing della maggioranza e l'incontro con il presidente del Consiglio poco prima del voto.

Luciano Sardelli, un passato nella sinistra socialista (uno zio sindaco democristiano di San Vito dei Normanni), con il voto di oggi esplicita una distanza dal Governo Berlusconi che si è fatta sempre più netta. Il suo addio alla maggioranza è ufficiale, lascia Popolo e territorio e se ne va nel gruppo misto con un obiettivo ambizioso: costruire un grande partito dei popolari «assieme all'Udc, a frange dell'ex Margherita ora nel Pd, ai tanti scontenti del centrodestra». Ma Silvano Moffa, presidente del gruppo, ne ha già dichiarato l'espulsione, definendo la decisione di Sardelli «un non senso, un motto di spirito». Temperamento politico mutevole, almeno a giudicare dai molteplici cambi di casacca, Sardelli entra in Parlamento (nel 2001) come forzista, poi passa al gruppo misto, successivamente si candida con la lista Movimento per l'Autonomia (senza venire eletto). Nel 2008 torna a Montecitorio con l'Mpa e contribuisce a fondare Noi Sud, partito di ispirazione meridonale che sostiene la maggioranza, con il quale successivamente fa nascere Iniziativa Responsabile.

La vicenda che lo ha portato più di altre sotto i riflettori risale però al 2001. Luciano Sardelli viene formalmente eletto con il sistema maggioritario in Puglia, nella circoscrizione XXI nel collegio di Mesagne per la Casa delle Libertà, ma il suo ingresso a Montecitorio sarebbe dovuto a un errore nel verbale dello scrutinio. A lui vengono assegnati 389 voti e al rivale, il diessino Cosimo Faggiani 330, ma le cose nella realtà starebbero esattamente al contrario. Il presidente della 7 ª sezione del Comune di Latiano, Tiziano Franco, ammette che un errore è probabile e chiede di rifare i conti, ma la legge non lo ammette. Faggiano ricorre più volte alla magistratura, ma la decisione, se non c'è dolo spetta alla Giunta delle elezioni. Che di fatto archivia la questione  «Ammesso fosse vero, io che c'entro?», ha detto da subito Sardelli.

Pediatra, appassionato di letteratura, romanziere a sua volta, l'ex capogruppo dei responsabili non è certo un novellino della politica. Alla seconda legislatura è stato già assessore al Turismo della regionale Puglia con Raffaele Fitto. Con lui Francesco Pionati, segretario nazionale dell'Alleanza di Centro e Portavoce del Gruppo Popolo e Territori, è tutt'altro che tenero: dopo il voto di oggi gli ha inviato un classico dal quale, dice Pionati «potrà trarre ispirazione per le proprie iniziative politiche, i miserabili di Victor Hugo».  

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