
Depuratore: San Vito non ha colpe

Dico subito con fermezza, a scanso di equivoci e senza tema di smentita, che la nostra Città non ha alcuna responsabilità in ordine alla condanna comminata allo Stato Italiano dalla Corte di Giustizia Europea.
La vicenda del depuratore consortile dei Comuni di San Vito dei Normanni, San Michele Salentino e Carovigno nasce circa trent'anni addietro quando con deliberazione n. 455 del 10 maggio 1983 la Regione Puglia approvava il Piano di Risanamento delle Acque, in cui tra - l'altro - si prevedeva la realizzazione di detto impianto di depurazione centralizzato.
Con successive deliberazioni n. 916 del 6 marzo 1985 e n. 307 del 28 luglio 1986 la Regione finanziava la detta opera e si provvedeva ad espletare la procedura ad evidenza pubblica attraverso il metodo dell'appalto-concorso, che vedeva aggiudicataria un'Associazione Temporanea di Imprese.
La procedura veniva amministrativamente seguita dal Comune di Carovigno, all'epoca individuato come Capofila dei tre Comuni, cui competevano tutte le attività formali.
In effetti, con deliberazione n. 382 del 18 settembre 1989 il Consiglio Comunale di Carovigno deliberava l'affidamento definitivo alla suddetta Associazione Temporanea di Imprese.
La procedura di gara veniva fatta oggetto di impugnativa davanti alla Giustizia Amministrativa, con un lungo contenzioso, che si concludeva solo con la sentenza del Consiglio di Stato – Sezione V – n. 833 pubblicata il 10 settembre 1992, che confermava la legittimità dell'aggiudicazione alla suddetta ATI.
Nelle more del citato contenzioso la Regione Puglia, con nota n. 10429 del 24 aprile 1990, comunicava la sopravvenuta indisponibilità del finanziamento in precedenza concesso, per cui il Comune di Carovingo, quale capofila, sospendeva la procedura di affidamento dei lavori e la sottoscrizione della convenzione con l'ATI.
Contro tale decisione il raggruppamento di imprese proponeva ricorso al Consiglio di Stato per ottemperanza alla sentenza n. 853/1992, sopra citata, e per la nomina di Commissario ad acta per l'esecuzione della sentenza.
Il Consiglio di Stato con sentenza n. 50 del 3 dicembre 1993 nominava Commissario ad acta il Provveditore Regionale alle Opere Pubbliche, il quale – dopo vari passaggi formali e pareri di una serie di altri soggetti istituzionali - preso atto della mancanza dell'intero finanziamento per realizzare tutta l'opera pubblica, richiedeva all'ATI la predisposizione di un progetto stralcio ed un piano di frazionamento delle opere in funzione della disponibilità dei finanziamenti di volta in volta concessi.
Detto progetto stralcio veniva approvato dal Commissario ad acta in data 12 aprile 1995 e trasmesso ai vari enti per l'acquisizione dei pareri di legge (C.R.T.A. Regione Puglia, Comune di Carovigno, eccetera).
Con successiva delibera del 4 ottobre 1995 il Commissario ad acta approvava in via definitiva il progetto generale (suddiviso in lotti) dell'impianto depurativo collettivo e dei collettori intercomunali al servizio dei Comuni di San Vito dei Normanni, San Michele Salentino e Carovigno, approvava il I° lotto (a sua volta suddiviso in tre stralci) ed il 2° lotto e disponeva che il Comune di Carovigno stipulasse il relativo contratto con l'ATI limitatamente alle opere finanziate (e quindi non per l'intera opera che risultava sprovvista di complessiva copertura finanziaria).
Dopo un'ulteriore controversia tra ATI e Comune di Carovigno in ordine all'aggiornamento dei prezzi richiesto dalla prima, in data 23 gennaio 1997 veniva sottoscritto il contratto di concessione dei lavori relativi al I° stralcio del I° lotto dell'impianto di depurazione. In data 15 settembre 1997 finalmente (dopo circa quindi anni dall'avvio della procedura) venivano consegnati i lavori all'ATI, il cui termine era fissato per il 9 settembre 1998.
Nelle more dell'esecuzione dei lavori, interventi legislativi e direttive comunitarie imponevano modifiche e varianti progettuali che facevano slittare il termine dei lavori (sempre del I° stralcio del I° lotto) al 31 marzo 2000 (termine poi non rispettato).
A questa lunga (quanto assurda) ed estenuante procedura amministrativa si sono poi aggiunti una lunga serie di problematiche tecniche, giuridiche e soprattutto finanziarie, un lungo elenco di atti amministrativi, di richieste di finanziamenti per la realizzazione degli altri stralci, di decreti del Commissario Delegato per l'Emergenza Ambientale (carica dapprima ricoperta dal Prefetto pro tempore di Bari e poi passata al Presidente pro tempore della Regione Puglia), ricorsi ai Tribunali Amministrativi, passaggi di competenze tra Regione, Comune di Carovigno, ATO Puglia, Acquedotto Pugliese SpA, modifiche normative e conseguenti varianti progettuali, che di fatto hanno determinato il sostanziale mancato avvio dell'impianto di depurazione, che ancora oggi risulta in fase di costruzione e completamento.
Tutta tale situazione ha comportato nel 2004 l'apertura di una procedura di infrazione da parte dell'Unione Europea nei confronti dello Stato Italiano (si sottolinea dello Stato e non certo del Comune di San Vito dei Normanni, che come si è detto non era e non è titolare diretto di alcun potere amministrativo) per violazione della direttiva Comunitaria 91/271/CEE (seppure desta perplessità la circostanza che si indica nella procedura il solo Comune di San Vito dei Normanni e non anche i Comuni di San Michele Salentino e di Carovigno, peraltro quest'ultimo capofila e titolare della procedura amministrativa fino a pochi mesi addietro).
In questi anni le varie Amministrazioni del nostro Comune hanno svolto un incessante e pressante compito di sollecitazione (si vedano le numerose deliberazioni di Consiglio e Giunta Comunale e la fitta corrispondenza esistente in atti), in particolare nei riguardi del Presidente della Regione Puglia, quale Commissario Delegato dell'Emergenza Ambientale, affinché provvedesse a finanziare tutta l'opera (i cui costi negli anni sono lievitati in modo esponenziale).
Per quanto mi riguarda, non appena insediatomi - 15 aprile 2010 - ho immediatamente affrontato il problema già con nota prot. 7138 del 29 aprile 2010, inviata a tutti i soggetti istituzionali competenti, con cui sottolineavo la «necessità ed improcrastinabilità di tali lavori...» di completamento dell'impianto di depurazione necessari al «superamento dell'emergenza ambientale..».
A questa lettera seguiva quella del 31 dicembre 2010 prot. 19001 inviata al Presidente della Regione Puglia ed al Presidente del Consiglio dei Ministri, Dipartimento Protezione Civile, nonché all'ATO Puglia, all'AQP SpA, all'Arpa Puglia, ai Sindaci di Carovigno e San Michele Salentino, sollecitando un urgente soluzione del problema del depuratore consortile, non avendo comunque un potere diretto ad eliminare l'inconveniente dello scarico nel sottosuolo, circostanza nel tempo sempre autorizzata in deroga.
In data 26 gennaio 2011 veniva indetta apposita riunione presso l'Assessorato alle Opere Pubbliche Regionale, nel corso della quale veniva prospettata da parte dell'AQP SpA (a cui è stata attribuita la competenza, sottratta al Comune di Carovingo, per il completamento dell'impianto) una modifica progettuale all'impianto di San Vito dei Normanni, consistente nella sostituzione dell'impianto di sollevamento a motore e della relativa condotta (peraltro in parte già realizzata al di sotto della Strada Provinciale San Vito dei Normanni -Specchiolla) con una condotta a «a caduta» naturale. In detta riunione, stante le assicurazioni tecniche fornite dall'AQP SpA (peraltro particolarmente interessato alla ottimale realizzazione dell'impianto, dovendolo poi gestire), esprimevo una non contrarietà, fermo restando la necessità di avere certezza in ordine ai tempi di riprogettazione e realizzazione, nonché all'effettiva disponibilità delle risorse economiche, fino a quel momento inesistenti.
Con nota del 31 gennaio 2011 prot. 1706 ribadivo all'Assessore Regionale alle OO.PP. ed all'AQP SpA la necessità di avere certezza sui tempi e sul finanziamento, prima di assumere ogni decisione circa le modifiche progettuali, tenuto conto che sino a tale data non c'era neppure la copertura finanziaria per l'intervento a “pressione” (pari a circa €. 940.000,00 a fronte di una previsione per la nuova tipologia a “caduta” di circa €. 1.800.000,00, quindi di gran lunga superiore).
Non ricevendo alcun riscontro in data 15 marzo 2011, prot. 3974, sollecitavo ai medesimi soggetti istituzionali una risposta. L'Assessore Regionale alle OO.PP. Provvedeva, pertanto, a convocare per il 18 aprile 2011 apposito incontro per discutere della questione, nel corso del quale l'AQP SpA si impegnava a predisporre apposita relazione dei costi e dei benefici al fine di consentire all'ATO Puglia di valutare la opportunità di finanziare l'intervento (nel frattempo lievitato a circa €. 3.000.000,00) a carico della tariffazione regionale.
In data 27 giugno 2011 con lettera prot. 9052, non avendo ricevuto detta relazione, richiedevo notizie in merito.
Nel frattempo, con nota del 23 luglio 2011 prot. 11354 si chiedeva all'AQP SpA, individuato con decreto del Commissario Straordinario all'Emergenza Ambientale concessionario per la realizzazione delle opere di completamento del depuratore, di trasmettere cronoprogramma delle fasi di attuazione e relazione periodica sullo stato dell'arte.
A seguito di tanto, l'AQP SpA provvedeva a predisporre la suddetta relazione costi/benefici all'esito della quale l'ATO Puglia autorizzava la copertura dell'intervento mediante la tariffazione regionale; l'AQP SpA, quindi, provvedeva a predisporre il progetto del nuovo intervento di collettamento dei reflui di San Michele Salentino e San Vito dei Normanni al collettore centrale di Bufalaria a “caduta “, definendo un cronoprogramma per l'ultimazione dei lavori per giungo 2013.
In questi ultimi mesi si sono tenuti una serie di incontri presso l'Assessorato Regionale alle OO.PP., (al quale va dato atto e merito di avere affrontato con impegno e serietà la questione, probabilmente avviando a soluzione definitiva, salvo imprevisti burocratici purtroppo sempre possibili, questo annoso problema), per monitorare lo stato dell'arte e per tentare di risolvere una diatriba circa l'avvio del funzionamento parziale dell'impianto per l'abitato di Carovigno, tuttavia finora senza successo mancando l'autorizzazione (seppure provvisoria) da parte della Provincia di Brindisi allo scarico delle acque depurate nel Canale Reale.
Con un intervento legislativo regionale la competenza a tale autorizzazione è stata sottratta alla Provincia ed avocata dalla Regione, che nel corso dell'ultimo incontro tenuto lo scorso 7 agosto 2012 ha comunicato una rapida risoluzione. Si è appreso, inoltre, che l'AQP SpA ha provveduto ad indire la gara pubblica per l'affidamento dei lavori relativo al collettamento dei Comuni di San Michele Salentino e San Vito dei Normanni e che si prevede l'aggiudicazione entro il prossimo mese di novembre 2012 e termine dei lavori entro luglio 2013.
Si ritiene di avere fornito i puntuali chiarimenti (seppure succintamente tenuto conto che esistono centinaia di atti a partire dal 1983) da cui si evince in modo chiaro che gli Amministratori della Città di San Vito dei Normanni non hanno alcuna responsabilità circa la condanna inflitta dall'Unione Europea allo Stato Italiano, non avendo mai avuto la gestione amministrativa diretta (come detto prima in capo al Comune di Carovigno ed ora all'Aqp SpA) della vicenda. Certamente l'Amministrazione Comunale di San Vito dei Normanne, da ultimo da me capeggiata, ha sempre svolto un attento compito di sollecitazione, di suggerimento e di controllo sull'operato degli altri attori istituzionali, attività che continueremo a svolgere con altrettanto impegno sino a quando non avremo finalmente in esercizio l'impianto di depurazione.
Alberto Magli - Sindaco di San Vito Dei Normanni
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