Calcio

Flora 1: "ho preso una società con 600.000 euro di debiti. Ecco la mia verità"

12.05.2015 22:59

Antonio Flora torna a parlare. Dopo due mesi di silenzio, l’ex patron fa chiarezza sul ‘suo’ Brindisi. Studio 100 Tv raccoglie cosi le tante richieste che erano giunte durante la trasmissione ‘100 sport magazine’. Ecco parte delle sue dichiarazioni

D. Presidente per molti è scappato via come un vigliacco. 

R. l mio silenzio è stato determinato da una serie di cose. Avevo deciso di chiudere con il capitolo Brindisi e calcio, i motivi sono diversi: sono collegati allo scandaloso verdetto dell'Andria e alla sua mancata penalizzazione. È stata una reazione istintiva. Io sono cosi. Un insieme di cose.

D. Ma ha lasciato quando più c’era bisogno di lei. Ha gettato a mare una stagione.

R. Non credo che avremmo potuto giocarcela per il primo posto se non me ne fossi andato. Forse per il secondo. Non ho abbandonato la squadra, altrimenti oggi non faremmo i play off. Continuare a fare quello che facevo prima per me non era più possibile. A Brindisi in tre anni ho fatto tutto io, io ed i tifosi. Fare calcio a Brindisi è un'impresa, è veramente difficile. Il Brindisi Calcio per molti è una fonte di lucro. L'intervista del sindaco Consales mi ha fatto capire che forse avrei dovuto chiarire alcune cose. Passo per colpevole e altre persone come potenziali salvatori.

Sono arrivato a Brindisi trovando una squadra alla deriva, 700 mila euro di debiti. Davanti a quattro testimoni il Comune si impegnò a ripianare parte di quei debiti. Chi pensate che abbia pagato alla fine? Grazie a chi a Brindisi esiste ancora una squadra di calcio? Nel campionato scorso abbiamo fatto un buon lavoro, nonostante all'interno ci fosse gente che remasse contro. Lo scorso anno ho avuto 133 mila euro di sponsor. Quest'anno 39.000 di sponsor. Come è possibile fare calcio con questi soldi? Ho speso quest’anno oltre 700.000 euro, solo perché mi ero innamorato della città.

Il sindaco ha detto di aver procurato lo sponsor dell'Enel, in realtà era una cifra bassissima: 20.000. Io, grazie all'interessamento di un esponente di spicco del PD nazionale,  sono andato a Roma, ottenendo una sponsorizzazione di 40.000 euro. Ma sono andato io. Non il primo cittadino che, invece, a Roma era andato per caldeggiare, in maniera legittima ci mancherebbe, le sponsorizzazioni per il basket. Ma il calcio per Brindisi cos' è?

D. Presidente, ma il Comune non è una società di recupero crediti

Il comune per me non è un bancomat. Molti sponsor non li conosco neppure, per questo avevo richiesto un intervento al Comune. Li avevano contattati loro. Il sindaco mi disse tre anni fa che aveva paura che andassi via. Che io ero un valore aggiunto e come mai allora non ha provato neppure a farmi avere i soldi promessi? Non chiedevo altri sponsor. Ma solo di incassare quelli promessi. Sono pronto ad incontralo anche oggi. L’ho invitato tante volte allo stadio ma nulla…

D. Aveva già detto di volere andare via a Novembre e poi ha rilanciato. Forse non le hanno creduto stavolta.

R. Quando ho scelto di lasciare il Brindisi c'erano dei motivi validi. Mi sono sentito male, nessuno ha trovato un sostituto tranne quel signore di Martina e la sua proposta inaccettabile. La seconda volta, quando gli sponsor non pagavano, poi sono dovuto intervenire con i soldi di tasca mia. Prima di questa stagione ho incontrato Marchionna, Consales e Ingrosso che mi hanno incoraggiato ad andare avanti. Forse ho sbagliato a fidarmi. In una conferenza stampa hanno annunciato 110 mila euro di sponsor, ne sono arrivati solo 39.000. In quella occasione si parlò di una prima trance. Sponsor non firmati nella nostra sede.

D. Secondo me ha il demerito di non aver saputo coccolare gli sponsor… Forse le mancava una struttura societaria.

R. Questa società ha sempre avuto un'organizzazione in cui ognuno sa cosa deve fare, anche se é accentrata troppo su di me. Gli sponsor sono stati invitati da me allo stadio ma non sono mai venuti. Come facciamo a coccolarli se non vengono neppure allo stadio? Un sponsor, GSE, si è preso 30 abbonamenti pur non avendo saldato il contratto.

D. Ma che società trovò al suo arrivo a BrindisI?

R. Nessuno ti regala niente ed io da imprenditore lo sapevo benissimo quando sono venuto a Brindisi. Abbiamo fatto una riunione, il Sindaco mi disse che la situazione era drammatica. La squadra aveva 600 mila euro di debiti, senza sponsor. Mi dissero "te la senti di terminare il campionato pagando i giocatori? Noi provvederemo a aindebiti dovuti all'Iva". Forte di questo accordo ho concluso il campionato. Rischiavamo di retrocedere e fallire. Ho pagato giocatori e alcuni debiti, mentre altri sono rimasti perché sono debiti strani. Con Sindaco e Antonio Giunta abbiamo tracciato un progetto, mi hanno assicurato che se avessi fatto una squadra forte sarebbero arrivati 400 mila di sponsor, invece ne sono giunti solo 133 mila. La Sanofi ci ha dato 20.000 euro, anche se é un contratto triennale sono sempre 20 mila euro all’anno. Forse ad Agrigento sono riusciti a fare quello che a Brindisi non hanno saputo fare. Hanno avuto 350.000 euro dall’Enel. In serie D.

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