Il procuratore: "un crescendo di violenza e aggressività". I dettagli dell'operazione 'escalation'

12.10.2011 13:35

BRINDISI - In diciotto sono finiti agli arresti domicialiari, in undici sono stati raggiunti da informazioni di garanzia, quindi sono indagati. Ai domiciliari anche Roberto Aprile, responsabile dei Cobas e figura storica del sindacato e della politica brindisina. E’  il risultato dell’operazione escalation condotta dalla digos della questura di brindisi, coordinata dal dott Vincenzo Zingaro: ordinanze emesse dal Giudice per le indagini preliminari Licci su richiesta del sostituto procuratore Montinaro. Violenza privata aggravata, invasione e occupazione di aziende agricole e industriali, sabotaggio, interruzione di servizio pubblico ed evasione. Questi i reati contestati. I provvedimenti, emessi a seguito dell’attività investigativa della Digos, sono stati notificati ai promotori ed organizatori del “Comitato dei disoccupati brindisini” e ad alcuni partecipanti alle manifestazioni di protesta che portarono all’occupazione notturna e al conseguente blocco delle attività tra l’uno e il due marzo. I Dettagli dell’operazione sono stati illustrati nel corso di una conferenza stampa presieduta dal procuratore della repubblica Marco Dinapoli.

Si inizia ad indagare nel novembre 2010, con una serie di manifestazioni organizzate dal comitato dei disoccupati. Gente disperata in cerca di lavoro: se però è legittima l’aspettativa – ha affermato Dinapoli- non lo sono le modalità di svolgimento delle manifestazioni caratterizzate da un crescendo di VIOLENZA e AGGRESSIVITA’. Da qui il nome dell’operazione  ESCALATION. Il top in occasione dell’ennesima manifestazione, quella del primo marzo che fu vietata dal questore, non per negare il sacrosanto diritto alla rivendicazione del lavoro ma perché le forze di polizia appresero casualmente dalla stampa che l’intenzione era di bloccare l’ingresso della Monteco impedendone, di fatto, il regolare svolgimento delle attività lavorative. Invano la digos- è stato spiegato in conferenza stampa-  cercò di evitare che la manifestazione si svolgesse in quel luogo perché di notte circa 100 manifestanti si presentaro dinanzi ai cancelli della ditta impedendo l’uscita dei compattatori e il conseguente ritiro dei rifiuti. Stessa cosa il 2 marzo quando fu addiritura invasa la sede della Monteco. Insomma rivendicazioni umanamente comprensibili, ma giuridicamente infondate. Fra tutte, spiccano le posizioni del 39enne  Aldo Cigliola 72 e 50enne Danilo Reo, entrambi con precedenti penali. Il primo, pregiudicato, bloccato mentre partecipava ad una protesta in azienda non essendone più dipendente e nonostante fosse ai domiciliari. Il secondo colpito da misura di prevenzione accusato di aver fatto pressioni e intimidazioni sui dipendenti monteco. Ai domiciliari sono finiti solo coloro che avevano precedenti penali per scongiurare il pericolo di reiterazione del reato.

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